MADRID Costretto a fare di necessità virtù, Cesare Pancotto ha già scelto il quintetto base che questa sera, alle 20.30, scenderà sul parquet del Peyneta madrileno (il palazzetto storico è andato bruciato un anno fa) contro gli spagnoli dell’Estudiantes: Cavaliero play-maker, Erdmann guardia, Roberson ala, Kelecevic e Casoli a fare i lunghi. Come si vede, fiducia a un giovane emergente, Cavaliero, e stima riconfermata a Roberson e Casoli che pure domenica a Bologna non hanno certo entusiasmato.
Resteranno fuori, almeno all’inizio, il saggio Maric, ma anche Sy che l’altro ieri ha rimediato una forte contusione a un piede e Camata, sempre a corto di fiato a causa di una fastidiosa bronchite; anche Erdmann, prima della partenza, è passato dall’infermeria per farsi rimettere i due denti sputati (non metaforicamente) a Bologna. Così restaurato, il Nate, ha recuperato il suo ghigno sghimbescio alla Humphrey Bogart.
Questa dunque la situazione fisica della Generali Trieste, che non è entusiasmante: ma quel che più preoccupa il coach è lo stato psicofisico del suo team che alterna sprazzi di gran gioco a momenti di vuoto totale. Comunque vadano le cose – ha ripetuto anche ieri a Fiumicino aspettando il volo per Madrid – la squadra non cambierà fino a fine anno. Insomma si gioca con questi ragazzi, cercando di portarli al meglio della condizione, che evidentemente ancora non c’è. «E neanche ci può essere – sottolinea il coach – dopo otto partite appena di campionato; e poi non dimentichiamo che fra Coppa Uleb, campionato, impegni in nazionale e, forse, anche la Coppa Italia riservata ai final-eight, i miei ragazzi devono giocare su tre o quattro tornei diversi, cambiando ogni volta stile e mentalità: se potessi concentrarmi solo sulla partita di campionato di domenica prossima sarebbe tutt’altra musica. In America giocano a ripetizione, ma sono tutte partite del campionato Nba, e il gioco migliora molto».
Ma in Coppa ci siamo e Pancotto vuole restarci almeno fino al secondo turno, un risultato alla portata dei suoi ragazzi: e se lo dice un tipo prudente come lui vuol dire che ci crede sul serio. A ogni buon conto, meglio non sedersi sulle ginocchia di qualche ballerina di flamenco: appena arrivati a Madrid, Maric e compagni, sono subito filati in palazzetto per un allenamento.
Pancotto non fa mistero dei lati deboli della squadra: «Dobbiamo ritrovare il tiro, che ultimamente è pessimo e lavorare molto sul ”taglia-fuori”, perché gli spagnoli sono molto forti sui rimbalzi di attacco».
E per di più sono in netta ripresa: sabato hanno battuto i cugini del Real Madrid e adesso sono in testa al campionato spagnolo, con tanta voglia di recuperare anche le due battute di arresto in Uleb. A sostenere i Pancotto-boy è arrivata ieri sera una sparuta ma agguerrita pattuglia di supporter, decisi a lasciare gli avversari senza sangria: stasera sarà battaglia, in campo e nelle «tapas».
Livio Missio
Resteranno fuori, almeno all’inizio, il saggio Maric, ma anche Sy che l’altro ieri ha rimediato una forte contusione a un piede e Camata, sempre a corto di fiato a causa di una fastidiosa bronchite; anche Erdmann, prima della partenza, è passato dall’infermeria per farsi rimettere i due denti sputati (non metaforicamente) a Bologna. Così restaurato, il Nate, ha recuperato il suo ghigno sghimbescio alla Humphrey Bogart.
Questa dunque la situazione fisica della Generali Trieste, che non è entusiasmante: ma quel che più preoccupa il coach è lo stato psicofisico del suo team che alterna sprazzi di gran gioco a momenti di vuoto totale. Comunque vadano le cose – ha ripetuto anche ieri a Fiumicino aspettando il volo per Madrid – la squadra non cambierà fino a fine anno. Insomma si gioca con questi ragazzi, cercando di portarli al meglio della condizione, che evidentemente ancora non c’è. «E neanche ci può essere – sottolinea il coach – dopo otto partite appena di campionato; e poi non dimentichiamo che fra Coppa Uleb, campionato, impegni in nazionale e, forse, anche la Coppa Italia riservata ai final-eight, i miei ragazzi devono giocare su tre o quattro tornei diversi, cambiando ogni volta stile e mentalità: se potessi concentrarmi solo sulla partita di campionato di domenica prossima sarebbe tutt’altra musica. In America giocano a ripetizione, ma sono tutte partite del campionato Nba, e il gioco migliora molto».
Ma in Coppa ci siamo e Pancotto vuole restarci almeno fino al secondo turno, un risultato alla portata dei suoi ragazzi: e se lo dice un tipo prudente come lui vuol dire che ci crede sul serio. A ogni buon conto, meglio non sedersi sulle ginocchia di qualche ballerina di flamenco: appena arrivati a Madrid, Maric e compagni, sono subito filati in palazzetto per un allenamento.
Pancotto non fa mistero dei lati deboli della squadra: «Dobbiamo ritrovare il tiro, che ultimamente è pessimo e lavorare molto sul ”taglia-fuori”, perché gli spagnoli sono molto forti sui rimbalzi di attacco».
E per di più sono in netta ripresa: sabato hanno battuto i cugini del Real Madrid e adesso sono in testa al campionato spagnolo, con tanta voglia di recuperare anche le due battute di arresto in Uleb. A sostenere i Pancotto-boy è arrivata ieri sera una sparuta ma agguerrita pattuglia di supporter, decisi a lasciare gli avversari senza sangria: stasera sarà battaglia, in campo e nelle «tapas».
Livio Missio
Fonte: Il Piccolo