NON le ha mai mandate a dire Pozzecco. E ieri sera s´è ripetuto, pochi minuti prima dell´allenamento che seguiva la batosta di Cantù. I musi lunghi non piacciono a nessuno, tantomeno a lui, ma c´è qualcosa di più grosso che non gira. E´ la Fortitudo, parola del Poz.
«E´ incredibile. Me ne avevano parlato in tanti, ma bisogna toccare con mano. La pressione non viene da fuori. E´ dentro di noi, siamo noi». E non è un male oscuro. «Non è possibile tanto catastrofismo. Quelli che si rompono ce li abbiamo solo noi. Giochiamo tante partite durissime in trasferta solo noi. Perdiamo solo noi. Facciamo male solo noi. La fortuna manca solo a noi. Non è possibile. Se scoppia una gomma del pullman è la fine del mondo. Quando uno ha il raffreddore è la fine del mondo. Se uno si infortuna, bisogna per forza comprarne otto, altrimenti chissà cosa succede. E non è mai finita: i play non possono giocare bene in Fortitudo, i lunghi non fanno mai la differenza».
Le beatitudini al contrario: in biancoblù tutto degrada, non c´è mai il bicchiere mezzo pieno. «Quando sono arrivato hanno subito detto: ma questo è più basso di quando giocava a Varese... Tutto questo però viene da dentro, non da fuori. E quando si va in campo gli altri se la giocano con una palla rotonda mentre noi ne abbiamo una quadrata. E´ ora di smetterla con le tragedie e i catastrofismi». Pozzecco a Cantù è stato tra i meno peggio, nei 20´ giocati: un suo impiego più intenso, è un parere, non avrebbe comunque girato la gara. Ma sentiamo il suo. «Sto abbastanza bene: credo che entro breve avrò più spazio». Non aveva l´aria della minaccia, quanto del riferimento alla situazione precaria, con gli uomini contati.
Poco da aggiungere, quelli di Gianmarco sono stati tuoni, e non sussurri. Boniciolli ha preferito non parlare, dopo aver puntato, domenica sera, proprio sulle difficoltà d´organico, presenti e imminenti. Ha evitato commenti anche Savic. «Non voglio parlare della partita». E di un ritorno sul mercato? «Non so ancora».
Di certo le ammaccature permangono. Barton, dopo lo stop nel riscaldamento a Cantù, ha fatto ieri un po´ di stretching: la sua condizione è ancora in bilico. Scepanovic ha fatto invece il lavoro normale coi compagni: non è a posto, ma la situazione obbliga, in vista dell´Efes, domani sera, a cercare tutte le risorse. E´ stato precauzionalmente fermo Van Den Spiegel, dopo la craniata rimediata in Brianza. Infine, De Pol e la Fortitudo hanno raggiunto un accordo di transazione per chiudere la loro infinita partita contrattuale: la firma a giorni, poi De Pol potrà tornare a giocare, forse a Udine, forse in Spagna.
Francesco Forni
«E´ incredibile. Me ne avevano parlato in tanti, ma bisogna toccare con mano. La pressione non viene da fuori. E´ dentro di noi, siamo noi». E non è un male oscuro. «Non è possibile tanto catastrofismo. Quelli che si rompono ce li abbiamo solo noi. Giochiamo tante partite durissime in trasferta solo noi. Perdiamo solo noi. Facciamo male solo noi. La fortuna manca solo a noi. Non è possibile. Se scoppia una gomma del pullman è la fine del mondo. Quando uno ha il raffreddore è la fine del mondo. Se uno si infortuna, bisogna per forza comprarne otto, altrimenti chissà cosa succede. E non è mai finita: i play non possono giocare bene in Fortitudo, i lunghi non fanno mai la differenza».
Le beatitudini al contrario: in biancoblù tutto degrada, non c´è mai il bicchiere mezzo pieno. «Quando sono arrivato hanno subito detto: ma questo è più basso di quando giocava a Varese... Tutto questo però viene da dentro, non da fuori. E quando si va in campo gli altri se la giocano con una palla rotonda mentre noi ne abbiamo una quadrata. E´ ora di smetterla con le tragedie e i catastrofismi». Pozzecco a Cantù è stato tra i meno peggio, nei 20´ giocati: un suo impiego più intenso, è un parere, non avrebbe comunque girato la gara. Ma sentiamo il suo. «Sto abbastanza bene: credo che entro breve avrò più spazio». Non aveva l´aria della minaccia, quanto del riferimento alla situazione precaria, con gli uomini contati.
Poco da aggiungere, quelli di Gianmarco sono stati tuoni, e non sussurri. Boniciolli ha preferito non parlare, dopo aver puntato, domenica sera, proprio sulle difficoltà d´organico, presenti e imminenti. Ha evitato commenti anche Savic. «Non voglio parlare della partita». E di un ritorno sul mercato? «Non so ancora».
Di certo le ammaccature permangono. Barton, dopo lo stop nel riscaldamento a Cantù, ha fatto ieri un po´ di stretching: la sua condizione è ancora in bilico. Scepanovic ha fatto invece il lavoro normale coi compagni: non è a posto, ma la situazione obbliga, in vista dell´Efes, domani sera, a cercare tutte le risorse. E´ stato precauzionalmente fermo Van Den Spiegel, dopo la craniata rimediata in Brianza. Infine, De Pol e la Fortitudo hanno raggiunto un accordo di transazione per chiudere la loro infinita partita contrattuale: la firma a giorni, poi De Pol potrà tornare a giocare, forse a Udine, forse in Spagna.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica