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Pompea, appello dopo la vittoria

Napoli è lanciata ma resta il problema dell´impianto. La società al Comune: "Dateci il palasport"


UNA vittoria contro la Roma seconda, un´altra su un campo nobile come quello di Pesaro. Alle soglie dell´alta classifica, ora Napoli ne insegue una terza, contro un´avversaria più invisibile e sfuggente, la burocrazia. Una partita che si gioca oggi a mezzogiorno: saranno noti problemi, progetti e nuovi tempi di realizzazione per la struttura mobile di Fuorigrotta. Doveva esser pronta fra un mese, i lavori non sono ancora partiti. La Pompea s´è ribellata, l´incontro d´oggi farà chiarezza. «Finalmente sapremo. E´ il giorno in cui ognuno dovrà mettere sul tavolo le proprie responsabilità», freme Mario Maione, l´uomo che ha riportato dopo 11 anni la serie A di basket a Napoli, per poi scoprire che a Napoli non c´era la stessa fretta per trovarle una casa adeguata. E´ una storia nota. La gara d´appalto per i lavori è stata vinta da una ditta di Modena, ma già ad agosto intervennero disguidi seri: il contratto con l´amministrazione comunale fu firmato solo un mese dopo. Ne sono trascorsi altri due, il basket aspetta ancora. Nel frattempo ha vinto 4 partite, accarezzando l´idea del colpo anche a Milano, Bologna e Treviso. «C´è bisogno di maggiore sensibilità. Ho fatto un invito, duro, alla chiarezza: mi pare d´aver incassato un primo riscontro. Sono ottimista per natura, altrimenti mi sarei già chiuso dentro di me. Se la ditta che ha vinto la gara non è in grado d´andare avanti, seguiremo strade differenti. Per ora lasciatemi sognare risvolti clamorosi». I sogni sono appena all´inizio. «Se Napoli aveva 10.000 spettatori vent´anni fa, perché non dovrebbe averli di nuovo ora? Cominciamo a diventar forti, anche se m´accorgo che ci manca ancora qualcosa. A Pesaro, Greer era in serata nera: un Dontae´ Jones così devastante, andava servito di più. Se avessimo avuto lo stesso Jones a Treviso, avremmo mortificato i campioni d´Italia: sarebbe stata la svolta in città». Ma può arrivare ancora, specialmente adesso che il calcio annaspa. Domenica, al Palablu di Monteruscello, è atteso un altro tutto esaurito per la partita con Cantù, giunta quarta un anno fa. «Non c´è momento più propizio di questo per ribaltare le gerarchie e infilarsi fra le grandi. Certi blocchi storici - l´analisi di Maione - si stanno smantellando, e quando noi napoletani decidiamo di far le cose per bene, raramente sbagliamo. Scontiamo ancora un divario. Non è facile convincere gli italiani a venire da noi. E´ più facile con gli americani: sembra quasi che Napoli abbia più fascino negli Usa che in Italia. Farò come Ferlaino. Per convincere gli italiani migliori ad accettare le nostre offerte, devo cercarmi un Maradona all´estero. Devo trovare un Diego del basket in America, poi i 10.000 in un Palazzetto torneranno». Oggi sarà tutto meno confuso.
Angelo Carotenuto


Fonte: La Repubblica
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