MABO: Sambugaro 3 (1/5 da tre), Elliott 28 (7/11, 3/5), Mutavdzic 5 (1/7 da due), Santarossa 7 (2/4, 1/4), Parente 4 (2/4, 0/2), Mc Leod 3 (0/3 da tre), Cotani (0/1 da tre), Garri (0/1), Giachetti 10 (3/7. 1/3). Ne: Bertocci. Allenatore: Banchi.
PIPPO: Simpkins 2 (1/5, 0/2), Coldebella 8 (1/2, 2/6), Sconochini 12 (2/4, 2/2), Kidd 15 (7/10), Vanuzzo 13 (4/5, 1/3), Niccolai 5 (1/1, 1/3), Rancik 7 (2/6), Naumoski 11 (1/5, 3/3). Ne: Ferroni, Gallea. Allenatore: Caja.
ARBITRI: Zancanella di Padova, Anesin di Venezia, Pasetto di Firenze.
NOTE - Tiri liberi: Mabo 12/15, Pippo 8/9. Tiri da due punti: Mabo 15/34, Pippo 19/38. Tiri da tre: Mabo 6/23, Pippo 9/19. Rimbalzi: Mabo 29, Pippo 38. Mabo: 16 palle perse, 20 recuperate. Pippo: 19 perse, 19 recuperate. Nessun uscito per cinque falli. Spettatori 3.200, incasso 32.900 euro. Parziali: 16-15, 28-33, 43-48.
LIVORNO. La squadra più giovane del campionato (23,9 anni di età media) contro una banda di trentenni, frullato di gente esperta e facce da Eurolega. Lo scontro fra due realtà così distanti dice Pippo, la scopa magica che spazza la partita con una difesa feroce e una supremazia netta anche nelle cifre. Niente da dire, Milano tira meglio (49% contro il 37% amaranto) e artiglia anche 9 rimbalzi in più. La Mabo resta attaccata al filo della speranza per trentadue minuti (48-52) perché non molla un centimetro in difesa, poi un parziale di 8-0 lombardo dà l'ultima spallata: rimbalzo d'attacco di Coldebella su suo errore da sotto, bomba chirurgica di Naumoski (3/3 dai 6,25) e l'unica tripla di Niccolai dall'angolo su scarico di Simpkins entrato dalla linea di fondo. Pippo concreta, dura, con una panchina dove puoi pescare anche a occhi chiusi per trovare alternative al quintetto base. Tanto lì pronti con la tuta ci sono Naumoski, Niccolai e Rancik, lungo di riserva che tira giù 8 rimbalzi e difende anche su Elliott.
Livorno chiude la striscia di due vittorie, ma dietro questa sconfitta c'è un retrogusto amaro, l'incapacità di avvicinarsi ai picchi toccati contro la Virtus Bologna. Merito dell'Olimpia, che mette pressione sugli esterni, chiude le penetrazioni e in area complica la vita dell'orso Mutavdzic con le spalle larghe e il volume di Warren Kidd, netto vincitore nel duello fra giganti. La Mabo ha un Rodney Elliott da monumento al valore (28 punti, con 10/16 dal campo, 5/5 nei liberi, 5 rimbalzi), ma l'uomo di Baltimora è un raggio laser nel buio. Gli esterni non lo aiutano, la panchina neppure. L'unico a dargli una mano è Giachetti nel secondo quarto, prima di farsi tradire dalla beata incoscienza dei suoi diciannove anni e fare come la famosa mucca di Aza Nikolic che dà un calcio al secchio pieno di latte appena munto. Aggredita fin dalla rimessa la Mabo non può correre in contropiede e così torna a essere perimetrale, costretta a una fatica boia per procurarsi dei tiri normali.
Elliott da tre rompe l'equilibrio, poi rispondono Kidd e un'entrata di Sconochini, l'uomo di Santarossa. "Santa" e Vanuzzo, due lampi in contropiede, poi si torna al corpo al corpo, a combattere fra blocchi, cambi, spazi stretti. Livorno chiude avanti alla prima sirena dopo un bel gioco a due Giachetti-Elliott, l'eroe amaranto (16-15). Rancik e compagni spazzolano i rimbalzi, ma l'onda Giachetti (tripla più arresto e tiro) porta la Mabo sul 25-22 (15'). È l'ultima gioia: la difesa Pippo macina, i boys amaranto forzano e un 9-0 ospite ribalta la partita (25-31, 18'). È un tatuaggio indelebile, Milano non si farà più riagganciare. Mutavdzic sfiora il rendez vous dalla lunetta (32-33, 21'), Pippo risponde con un altro 9-0 dove c'è un'azione che fotografa benissimo la partita: Sambugaro in entrata si palleggia su un piede, la transizione nemica manda Sconochini in angolo libero da tre. Tiro, la sfera s'impenna sul ferro, poi s'accomoda nella retina. 32-42, tutto da rifare. Elliott è un gigante, nell'ultimo quarto è sempre lui a riaprire il rubinetto dei desideri con un gioco da tre punti. 48-52 al 32'. La speranza muore fanciulla perché la difesa Pippo non consente a Livorno di costruirsi buoni tiri, così il chirurgo Naumoski dà l'ultima spallata, e Pippo vola anche a +17 (54-71). Niente da dire, la giovane Mabo ha sbattuto il naso contro la difesa più dura della serie A. Merita lo stesso un applauso per aver tenuto gente dalle mani bollenti a 73 punti, ma per vincere bisogna anche metterla dentro. Non si vive di solo Elliott.
Renzo Marmugi
PIPPO: Simpkins 2 (1/5, 0/2), Coldebella 8 (1/2, 2/6), Sconochini 12 (2/4, 2/2), Kidd 15 (7/10), Vanuzzo 13 (4/5, 1/3), Niccolai 5 (1/1, 1/3), Rancik 7 (2/6), Naumoski 11 (1/5, 3/3). Ne: Ferroni, Gallea. Allenatore: Caja.
ARBITRI: Zancanella di Padova, Anesin di Venezia, Pasetto di Firenze.
NOTE - Tiri liberi: Mabo 12/15, Pippo 8/9. Tiri da due punti: Mabo 15/34, Pippo 19/38. Tiri da tre: Mabo 6/23, Pippo 9/19. Rimbalzi: Mabo 29, Pippo 38. Mabo: 16 palle perse, 20 recuperate. Pippo: 19 perse, 19 recuperate. Nessun uscito per cinque falli. Spettatori 3.200, incasso 32.900 euro. Parziali: 16-15, 28-33, 43-48.
LIVORNO. La squadra più giovane del campionato (23,9 anni di età media) contro una banda di trentenni, frullato di gente esperta e facce da Eurolega. Lo scontro fra due realtà così distanti dice Pippo, la scopa magica che spazza la partita con una difesa feroce e una supremazia netta anche nelle cifre. Niente da dire, Milano tira meglio (49% contro il 37% amaranto) e artiglia anche 9 rimbalzi in più. La Mabo resta attaccata al filo della speranza per trentadue minuti (48-52) perché non molla un centimetro in difesa, poi un parziale di 8-0 lombardo dà l'ultima spallata: rimbalzo d'attacco di Coldebella su suo errore da sotto, bomba chirurgica di Naumoski (3/3 dai 6,25) e l'unica tripla di Niccolai dall'angolo su scarico di Simpkins entrato dalla linea di fondo. Pippo concreta, dura, con una panchina dove puoi pescare anche a occhi chiusi per trovare alternative al quintetto base. Tanto lì pronti con la tuta ci sono Naumoski, Niccolai e Rancik, lungo di riserva che tira giù 8 rimbalzi e difende anche su Elliott.
Livorno chiude la striscia di due vittorie, ma dietro questa sconfitta c'è un retrogusto amaro, l'incapacità di avvicinarsi ai picchi toccati contro la Virtus Bologna. Merito dell'Olimpia, che mette pressione sugli esterni, chiude le penetrazioni e in area complica la vita dell'orso Mutavdzic con le spalle larghe e il volume di Warren Kidd, netto vincitore nel duello fra giganti. La Mabo ha un Rodney Elliott da monumento al valore (28 punti, con 10/16 dal campo, 5/5 nei liberi, 5 rimbalzi), ma l'uomo di Baltimora è un raggio laser nel buio. Gli esterni non lo aiutano, la panchina neppure. L'unico a dargli una mano è Giachetti nel secondo quarto, prima di farsi tradire dalla beata incoscienza dei suoi diciannove anni e fare come la famosa mucca di Aza Nikolic che dà un calcio al secchio pieno di latte appena munto. Aggredita fin dalla rimessa la Mabo non può correre in contropiede e così torna a essere perimetrale, costretta a una fatica boia per procurarsi dei tiri normali.
Elliott da tre rompe l'equilibrio, poi rispondono Kidd e un'entrata di Sconochini, l'uomo di Santarossa. "Santa" e Vanuzzo, due lampi in contropiede, poi si torna al corpo al corpo, a combattere fra blocchi, cambi, spazi stretti. Livorno chiude avanti alla prima sirena dopo un bel gioco a due Giachetti-Elliott, l'eroe amaranto (16-15). Rancik e compagni spazzolano i rimbalzi, ma l'onda Giachetti (tripla più arresto e tiro) porta la Mabo sul 25-22 (15'). È l'ultima gioia: la difesa Pippo macina, i boys amaranto forzano e un 9-0 ospite ribalta la partita (25-31, 18'). È un tatuaggio indelebile, Milano non si farà più riagganciare. Mutavdzic sfiora il rendez vous dalla lunetta (32-33, 21'), Pippo risponde con un altro 9-0 dove c'è un'azione che fotografa benissimo la partita: Sambugaro in entrata si palleggia su un piede, la transizione nemica manda Sconochini in angolo libero da tre. Tiro, la sfera s'impenna sul ferro, poi s'accomoda nella retina. 32-42, tutto da rifare. Elliott è un gigante, nell'ultimo quarto è sempre lui a riaprire il rubinetto dei desideri con un gioco da tre punti. 48-52 al 32'. La speranza muore fanciulla perché la difesa Pippo non consente a Livorno di costruirsi buoni tiri, così il chirurgo Naumoski dà l'ultima spallata, e Pippo vola anche a +17 (54-71). Niente da dire, la giovane Mabo ha sbattuto il naso contro la difesa più dura della serie A. Merita lo stesso un applauso per aver tenuto gente dalle mani bollenti a 73 punti, ma per vincere bisogna anche metterla dentro. Non si vive di solo Elliott.
Renzo Marmugi
Fonte: Il Tirreno