ROMA - Bella quando ha voluto, brutta quando ha potuto, portando a casa il risultato che voleva (75-68) mentre il pubblico ha fatto festa alla Virtus di Piero Bucchi adesso da sola al secondo posto della classifica, appena due punti dietro la capofila Treviso. Partita senza eccessivi entusiasmi, nelle mani delle difese, dure, arcigne, con pochissima voglia di lasciar passare gli avversari e decisa da Roma che perdere non voleva e non poteva, grazie alla coppia Jenkins-Santiago. Generoso il play che ricama e si fa voler bene, prezioso il secondo per la sua determinazione sotto le plance (Daniel ha tirato giù 15 rimbalzi oltre a mettere a segno 15 punti) soprattutto per battere, nel secondo tempo, la zona dei piemontesi senza cadere nel tranello di farsi trascinare fuori dall’area da Sales. Questa è stata una delle mosse-chiave della sfida. Del pivot portoricano ha sintetizzato la prova Bucchi: «Meno male che gioca con noi. Le partite le vinci anche con uomini così».
Myers un po’ distratto in attacco, impreciso al tiro (1 su 9 dal campo con l’unico canestro realizzato su azione in avvio del terzo quarto) ma prezioso in difesa, come avviene da tempo. Non era serata per Carlton, niente feeling con la retina, e per questo s’è innervosito tanto da mandare al diavolo il coach che lo ha chiamato in panca. Poi Myers, tornato sul parquet (insieme a un vistoso cerotto e tre punti al sopracciglio sinistro, ricordo di uno scontro) per dare il suo contributo dalla linea dei tiri liberi, è andato a stringere la mano all’allenatore. Il quale, con grande signorilità e franchezza, ha spiegato: «Sono diversi anni che faccio il capoallenatore e un episodio così sarà la seconda volta che mi capita. Probabilmente Carlton era nervoso. Non l’ho sostituito per punizione: volevo solo farlo riposare un po’. Nessun dramma, comunque».
Chi invece ha fatto preoccupare Bucchi è stato Righetti uscito per una distorsione al ginocchio. Alex dopo una pausa è tornato in campo e oggi, per fugare qualsiasi dubbio sull’infortunio, verrà sottoposto ad esami dal dottor Billi.
Jenkins alla batteria e Santiago al trombone per far venire dubbi agli avversari che pur spaventando la Virtus non hanno mai messo la faccia davanti. Roma padrona tra cento paure e mille tormenti, sempre pronta a scappare avanti, 10 punti grazie a Tonolli - ieri il capitano ha festeggiato le 270 presenze con la maglia giallorossa - e Tusek prima di essere ripresa da Thomas, pericoloso con i suoi 27 punti finali ma quasi sempre imbrigliato da Righetti, Tusek e Tonolli, e poi avanti di 14, il massimo (44-30). Ancora brividi perché la Lauretana con un contropiede di Di Bella s’è avvicinata (-5, 47-42, e poi -3, 57-54 con 6’30’’ da giocare e 63-58 a 4’ dalla sirena).
C’erano però loro, Jenkins e Santiago a dare solidità alla Virtus, con Bonora in campo per gestire con maggior ordine il gioco e togliere illusioni per il successo a Biella che è in fondo alla classifica, in zona pericolosa, adesso che anche Udine, che con Mulaomerovic e Alexander ha annientato Roseto, l’ha raggiunta. E domenica aspetta, in casa, Avellino: è già spareggio per la salvezza.
Dicevamo della festa a capitan Tonolli che ha ripagato gli applausi con una validissima prestazione, preciso in attacco e altrettanto determinato in difesa. E poi Max Monti che ha giocato 8’ dando il cambio a Santiago. Finalmente il centro sta tornando un giocatore sicuro, meno timoroso di sbagliare. Merito suo ma anche del buon lavoro di Piero Bucchi.
Tornata con un vantaggio di 10 punti (57-47) negli ultimi 8’ la Virtus ha sbagliato qualche attacco e ha perso (anche) qualche pallone di troppo (22: non è normale) permettendo a Thomas di spaventare Myers e Jenkins prima della lunga fila di falli sistematici dei piemontesi per fermare il cronometro. Ma loro due, Jenkins e Myers, poco sbagliano dalla linea dei liberi mentre, a fallire, sono stati gli uomini di Ramagli che, desolato, ha spiegato che per vincere sarebbe servita spregiudicatezza e faccia tosta.
Carlo Santi
Myers un po’ distratto in attacco, impreciso al tiro (1 su 9 dal campo con l’unico canestro realizzato su azione in avvio del terzo quarto) ma prezioso in difesa, come avviene da tempo. Non era serata per Carlton, niente feeling con la retina, e per questo s’è innervosito tanto da mandare al diavolo il coach che lo ha chiamato in panca. Poi Myers, tornato sul parquet (insieme a un vistoso cerotto e tre punti al sopracciglio sinistro, ricordo di uno scontro) per dare il suo contributo dalla linea dei tiri liberi, è andato a stringere la mano all’allenatore. Il quale, con grande signorilità e franchezza, ha spiegato: «Sono diversi anni che faccio il capoallenatore e un episodio così sarà la seconda volta che mi capita. Probabilmente Carlton era nervoso. Non l’ho sostituito per punizione: volevo solo farlo riposare un po’. Nessun dramma, comunque».
Chi invece ha fatto preoccupare Bucchi è stato Righetti uscito per una distorsione al ginocchio. Alex dopo una pausa è tornato in campo e oggi, per fugare qualsiasi dubbio sull’infortunio, verrà sottoposto ad esami dal dottor Billi.
Jenkins alla batteria e Santiago al trombone per far venire dubbi agli avversari che pur spaventando la Virtus non hanno mai messo la faccia davanti. Roma padrona tra cento paure e mille tormenti, sempre pronta a scappare avanti, 10 punti grazie a Tonolli - ieri il capitano ha festeggiato le 270 presenze con la maglia giallorossa - e Tusek prima di essere ripresa da Thomas, pericoloso con i suoi 27 punti finali ma quasi sempre imbrigliato da Righetti, Tusek e Tonolli, e poi avanti di 14, il massimo (44-30). Ancora brividi perché la Lauretana con un contropiede di Di Bella s’è avvicinata (-5, 47-42, e poi -3, 57-54 con 6’30’’ da giocare e 63-58 a 4’ dalla sirena).
C’erano però loro, Jenkins e Santiago a dare solidità alla Virtus, con Bonora in campo per gestire con maggior ordine il gioco e togliere illusioni per il successo a Biella che è in fondo alla classifica, in zona pericolosa, adesso che anche Udine, che con Mulaomerovic e Alexander ha annientato Roseto, l’ha raggiunta. E domenica aspetta, in casa, Avellino: è già spareggio per la salvezza.
Dicevamo della festa a capitan Tonolli che ha ripagato gli applausi con una validissima prestazione, preciso in attacco e altrettanto determinato in difesa. E poi Max Monti che ha giocato 8’ dando il cambio a Santiago. Finalmente il centro sta tornando un giocatore sicuro, meno timoroso di sbagliare. Merito suo ma anche del buon lavoro di Piero Bucchi.
Tornata con un vantaggio di 10 punti (57-47) negli ultimi 8’ la Virtus ha sbagliato qualche attacco e ha perso (anche) qualche pallone di troppo (22: non è normale) permettendo a Thomas di spaventare Myers e Jenkins prima della lunga fila di falli sistematici dei piemontesi per fermare il cronometro. Ma loro due, Jenkins e Myers, poco sbagliano dalla linea dei liberi mentre, a fallire, sono stati gli uomini di Ramagli che, desolato, ha spiegato che per vincere sarebbe servita spregiudicatezza e faccia tosta.
Carlo Santi
Fonte: Il Messaggero