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La Pompea dei piccoli

La zona finale di Mazzon ha determinato la svolta positiva a Pesaro contro la Scavolini

Una zonetta velenosa. Mazzon l'ha lanciata per la prima volta a quattro minuti dalla sirena finale, sul 74-66 per i pesaresi. Una scelta studiata in allenamento, che il tecnico veneto sperava di non dover essere costretto ad usare. Ma quanto la partita stava scappando via, ecco la mossa tattica. Dentro quattro piccoli (Rajola, Penberthy, Greer e Clack) per avere una squadra veloce, duttile e pericolosa dal perimetro, unico lungo Jones, anche lui gran fromboliere. I pesaresi non ci hanno capito più nulla, sbattendo il muso contro quel bunker improvvisamente apparso davanti ai loro occhi e smarrendosi poi sotto i colpi di mortaio degli azzurri. Il risultato? 14-2 per Napoli negli ultimi quattro giri di lancetta. Il grande colpo di Pesaro porta la firma di Mazzon, lucidissimo nel finale, bravo a non perdere mai la trebisonda, anche quando tutto sembrava perso. Addirittura diabolico prima dell'ultima azione decisiva: il coach chiama vicino a se Penberthy, la sua vera emanazione sul campo, e parla fitto con lui. Poi Mike prende palla, la gestisce con grande abilità, e firma il canestro da campione che spezza le gambe ai padroni di casa ad una ventina di secondi dal termine, quello dell'80-76. L'unico canestro della sua partita, ma il più importante del match.
Il successo nel Bpa Palas, tempio moderno del basket italiano, ha un valore gigantesco. Perchè sdogana finalmente la Pompea dal ruolo di bella-incompiuta in trasferta e dimostra nel contempo che questa squadra ha ancora grandi margini di miglioramento. Una formazione spesso aggrappata al talento un po' folle dei suoi uomini, capaci di far canestro a ogni azione, di inventarsi giocate dal nulla, ma con teste poco pensanti e non troppo inclini ad un gioco ragionato. Mazzon sta lavorando in questo senso, ma fa fatica a capovolgere meccanismi mentali ormai consolidati negli anni. Greer continua a palleggiare fino a far scoppiare il pallone, per 15-20 secondi, lasciando i suoi compagni a fare le belle statuine. Jones tira spesso dopo il primo passaggio, seguendo un istinto selvaggio che non può essere imbrigliato. A Pesaro è stato devastante ma è la prima volta che accade dall'inizio della stagione. Confortano i miglioramenti di Clack, più positivo ed efficace, e la consistenza a rimbalzo della squadra. Se Mazzon riuscirà a trovare il giusto mix tra istinto e ragione, la Pompea potrà puntare ai playoff.
Stefano Prestisimone
Fonte: Il Mattino
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