Di Bella-Jenkins, Soragna-Myers, Thomas-Righetti, Bougaieff-Tonolli, Sales-Santiago: Roma-Lauretana, ieri è iniziata con queste marcature. Chiaro che poi Biella abbia perso 75-68 verrebbe da dire, e invece no. La sconfitta è arrivata, sì, ma per altri motivi. Il valore assoluto dei singoli elementi c'entra relativamente, il fatto è che la squadra di Alessandro Ramagli ha pagato molto cara la rotazione degli esterni, che a un certo punto si è ridotta ai minimi termini. Cookie Belcher era seduto in panchina solo per tornare a respirare l'aria del campionato (il suo rientro è previsto domenica nella delicatissima sfida-salvezza con Avellino), ma non era ancora in grado di giocare, e alla sua presenza virtuale si è aggiunta ben presto quella di Marco Carraretto, che si è autoescluso quando in pratica la sfida era appena incominciata. Prima della fine del primo quarto aveva già due falli sul groppone, saliti a tre prima della metà del secondo. Un dato per capire: al 20', cioè alla fine dei primi due quarti, Carraretto aveva giocato 5 minuti (commettendo tre falli), gli stessi di Federico Maiocco che in teoria non avrebbe dovuto viverne da protagonista neppure uno.
E' il decimo, impiegarlo sul campo di una formazione come Roma non era certo nei programmi della vigilia. “Le palle vaganti sono state tante - ha detto il gm Marco Atripaldi - e molte le hanno prese i nostri avversari. Certe leggerezze…alla fine pesano”.
A quel punto, cioè al 20', il tabellone diceva 38-29. La Lauretana era stata piuttosto molle, perché dopo un inizio punto a punto arrivato fino al 10-10, Roma ha piazzato un break di 10-0 fatto di 7 punti di Alessandro Tonolli, 1 dell'ex trottolino di Novara Horace Jenkins e i rimanenti di Marko Tusek. Su quel parziale, Carlton Myers (inesistente, alla fine se l'è detto anche da solo) e compagni hanno campato fino al 40'. Prima che il gap raggiungesse dimensioni bibliche, Jamel Thomas si è ricordato di essere Jamel Thomas, e ha fatto partire un siluro da 3 che ha salvato (fino a quel momento) almeno il salvabile: 20-13, primo quarto in archivio, lo spauracchio Daniel Santiago momentaneamente meno mostruoso del solito, e via con il secondo. Che è stato un quarto ad elastico, con la Lauretana che ha subito recuperato fino al -3 (20-17 con 4 punti di Thomas), ma poi è crollata fino al -10 (38-28) a un'azione dal termine della frazione. Neppure la difesa a zona ha dato quello che si sperava.
Nello spogliatoio, Alessandro Ramagli non è stato troppo tenero. Nei primi 2' del terzo quarto parevano parole gettate al vento, perché la Lauretana ha toccato il punto più basso della sua serata romana: 44-30, 14 sotto lo zero, poteva essere una fine particolarmente violenta.
E invece, l'agonia è diventata un tentativo di rinascita.
Due liberi di Thomas, un tiro di Sales e un altro di Thomas hanno rappresentato il capitolo iniziale della rinascita, sotto la regia di Fabio Di Bella (ragazzi che spettacolo) e con Jacob Jaacks che è sembrato il lontano parente di quel fantasma irritante delle prime uscite. Al 30' lo svantaggio da recuperare era sempre di 8 punti, 52-44, però il carattere (e la difesa) della Lauretana era decisamente cambiato. In meglio. Gli ultimi e decisivi 10' sono iniziati con il quinto fallo di Carraretto e proseguite con una rimonta che a 4' dalla sirena aveva portato il risultato sul 61-58.
Tre-punti-tre da recuperare, che però di lì in avanti non sono mai diventati di meno. Non sono serviti i falli sistematici, e qualche errore o leggerezza di troppo non ha aiutato a far mutare la rimonta in miracolo (ad esempio i 3 passi di Thomas negli ultimi 3': 1 non c'era, 2 sì). Tre cose che sono andate: l'atteggiamento del secondo tempo, Di Bella, la crescita di Jaacks. Tre da dimenticare: il 4/23 da tre (Sales era sempre libero oltre la linea dei 6.25: quell'1/6…), Soragna e Carraretto che fanno 2 punti in due (non ci fosse stato Thomas, nonostante tutto…), l'intensità minima del primo tempo. Adesso Avellino. Poi Fabriano. Lì, ci si gioca molto.
ALESSANDRO ALCIATO