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Tanjevic, adesso la paura non c'è più

Una paura chiamata Trieste. Boscia Tanjevic la confessa a fine gara, dopo che lo spettro del club della città nella quale vive, Trieste appunto, viene esorcizzato da una raffica di canestri (nel secondo quarto) di Charlie Bell. E da una prova tutta sostanza di Ruslan Avleev, che va ad aggiungersi a quella di “Sicurezza” Frosini.
«Avevo paura di questa partita – attacca il tecnico montenegrino – perché avevo visto Trieste in palla. Giocano bene ormai dalla passata stagione perché sono ben allenati. Sono contento della prova dei miei ragazzi».
«Guardando le statistiche – incalza – sembrerebbe una buona difesa…», lascia la frase in sospeso, Boscia, come la difesa. Che ha morso, ma l'ha fatto a tratti. E se Trieste è rimasta sotto il tetto dei 60 punti lo si deve anche al fatto di molti errori.
«I primi dieci minuti – prosegue – sono stati i più difficili. Ci succede spesso di avere problemi di carburazione e, francamente, non ho ancora trovato una risposta accettabile. Però preferisco un andamento di questo tipo, rispetto a un parziale di 12-2 che ti dà l'illusione di aver chiuso la gara e, invece, ti spinge solo a frenare consentendo così il ritorno degli avversari».
Legge e rilegge con attenzione, assaporando il suo celebre sigaro, le statistiche. Da qui parte una citazione d'obbligo. “Loro – continua – hanno pagato la scarsa rotazione degli esterni per l'assenza di Sy.
Noi, invece, abbiamo preso fiducia grazie a Charlie Bell che, prima di tutto, ha difeso molto bene su Erdmann. Poi, però, si è anche incaricato di fare canestro, dando la sveglia a una Virtus che pareva assopita. Sono contento anche per la prova di Dial che, dopo due gare mediocri, ha dato segnali importanti. Per questo l'ho lasciato fino alla fine».
Giornata di assoluto riposo (quasi un turno di vacanza) per Rigaudeau.
Ma Boscia ha una spiegazione immediata. «Aveva problemi alla schiena. Domani (oggi, per chi legge, ndr) lo lascerò a riposo. E comunque gli ho chiesto troppo anche questa volta. Dovrei farlo riposare di più ma, ripeto, temevo questa gara e questa avversaria. Ma con Antoine in campo mi sento sicuro». Cambiano gli allenatori – da Messina a Tanjevic – non variano i giudizi sul contributo alla causa del francese, sempre più leader anche quando resta a guardare.
«In vista del confronto di Istanbul – dice Tanjevic – cercheremo di recuperare anche Andersen. Ha lavorato parecchio, ormai è pronto per dare un contributo alla causa. E poi sono contento per il nostro Belinelli, che Recalcati ha voluto a Torino con la sua nazionale».
Gli è piaciuto Scarone ma, da German – che come sempre si è sbattuto in difesa e si è occupato di ricucire le trame offensive – cerca e pretende anche qualche punto in più. Un aspetto che non preoccupa l'allenatore della Virtus. «Verranno i suoi punti – commenta – come, presto, verrà una migliore condizione anche da parte di Koturovic, che non è ancora sufficientemente reattivo».
Cesare Pancotto, infine, che ha già affrontato la Skipper alla prima giornata, prova a tracciare un parallelo tra le due realtà della Città dei Canestri. «Due momenti differenti – chiarisce – ma due club in rodaggio. La Virtus perde qualcosa se la si costringe a ragionare. Ma se può correre senza troppi pesi allora diventa imprendibile. Per lo scudetto ci sono anche loro, certamente».
Alessandro Gallo
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