UNA mano che strangola in difesa, togliendo alla vittima aria e certezze. E una fila di buoni giocatori che, in attacco, qualcosa combinano sempre, da soli o insieme. Prima Bell, poi Avleev, poi i lunghi, poi Dial. Niente di sfarzoso, ma ne nasce un +18, alla fine, rotondo: e Trieste non è una squadraccia, solo che si è persa per strada, trovando difficile fare tutto, e prima di tutto i tiri da tre, che dovrebbero darle fuoco. Col 19%, puoi anche difendere benino e avere una logica, ma non vai da nessuna parte se poi trovi una Virtus che, appunto, s´è rimessa ad alzare muri. 15 rimbalzi in più (e 18 catturato in attacco), 21 recuperi contro 13 perse, i mattoni impilati dalla banda Tanjevic sono stati tanti. «Non dovevamo fare un compitino, ma una partita feroce», ha sintetizzato Pancotto. La fotografia è perfetta. L´8/15 di Kelecevic salva come migliore in campo il croatone sghembo, mentre Erdmann (4/10) e Roberson (4/16) sono stati fasulli e, di Maric e Cavaliero, non s´è fatto un playmaker.
La Virtus, adesso. Non è stata travolgente, però solida, e tanto basta, almeno in casa. Qualche test più probante arriverà adesso in trasferta, a partire da Istanbul, giovedì, e Roma, domenica: passaggi a vuoto prolungati come ieri, per tacere di un avvio orripilante, non vengono di solito perdonati. Il cammino sarà lungo, per diventare squadra, ma intanto è cominciato. E la dovizia, appunto, aiuta. Uno che levi le castagne dal fuoco salta spesso fuori, e quel che ha fatto ieri Bell, nei primi 6´ del secondo quarto, è stato accecante: 16 punti sono un numerone, ma ancora non spiegano tutto. Quel che hanno smosso, semplicemente, è che fin lì c´era stata in campo solo una squadra: Trieste. Di lì in poi, un´altra: la Virtus. Anche se poi Charlie ai 20 del thè s´è fermato, dando prova di dismessi egoismi: nella ripresa, dopo qualche errorino, s´è messo a scartare bon-bon per i compagni, facendo un petto a petto a centrocampo, di scoppiettante festosità, col fratellone Dial, appena rifornito (e ne aveva bisogno).
Brutta che più brutta non si può, la Virtus segna nel primo quarto la miseria di 10 punti, e il -7, alla fine, non è neppure una tragedia: deve già sospettarlo pure Pancotto, che passeggia davanti alla panca come una pantera allo zoo, infuriato con gli sprechi dei suoi. Quando infatti la Virtus smette di camminare e decide di sbattersi, Trieste vede la notte: i segni di vita la banda Tanjevic li dà cacciando, finalmente, qualche palla nel rusco, poi ci sono i 6 minuti divini di Bell e, in capo a un tremendo 22-5, Trieste si trova sotto di 8 (il 30-22 del 16´, dall´8-17 del 9´). Tanjevic azzecca l´assetto con tre piccoli, usa bene Avleev da 4, dopo aver tentato prima, invano, di opporre ai due pivot di Trieste i suoi due (anche il tenero Miralles). Il secondo quarto scrive 28-13 ed è una ventata che squassa Trieste, che ha Roberson svagato ed Erdmann toccato duro in un contatto e dentro e fuori senza costrutto.
La Virtus riappare dall´intervallo distratta e appesantita. Ci mette 3´ a trovare il primo canestro, e ancora una volta Trieste limita ai minimi il suo assalto. Con un 7-0 risale a -1, prova ad aggrapparsi alla partita, ma quando Scarone gioca 3´ da regista perfetto, imbeccando i tagli di Frosini e Avleev, per 6 punti filati, la difesa giuliana si liquefà e la partita scappa. La Virtus si alimenta adesso dei canestri dei lunghi (anche Koturovic), stacca un +10 al 30´ già pieno di promesse e lo dilata nell´ultimo quarto, quando Trieste, più che sfiduciata, sembra una squadra che non vede l´ora di girare i rubinetti della doccia. I 26 punti che segna nel secondo tempo dicono tutto. Un compitino. Pieno pure di macchie.
VIRTUS-TRIESTE 74-56
Virtus: Dial 17, Bell 20, Brkic, Avleev 13, Frosini 9, Scarone 3, Rigaudeau, Koturovic 12, Attruia, Miralles.
Trieste: Maric 2, Erdmann 11, Roberson 11, Podestà 9, Kelecevic 20, Cavaliero, Casoli 1, Pigato, Camata 2. N.e. Delise.
Arbitri: Mattioli, Corrias, Sardella.
Note: liberi: Bo 10/15, Ts 9/16. Da due: Bo 23/52, Ts 19/44. Da tre: Bo 6/17, Ts 3/16. Rimbalzi: Bo 49, Ts 34.
Parziali: 5´ 6-8, 10´ 10-17, 15´ 27-22, 20´ 38-30, 25´ 42-41, 30´ 57-47, 35´ 67-51, 40´ 74-56. Massimo vantaggio Virtus: +18 finale. Massimo svantaggio: -9 (8-17) al 9´.
Walter Fuochi
La Virtus, adesso. Non è stata travolgente, però solida, e tanto basta, almeno in casa. Qualche test più probante arriverà adesso in trasferta, a partire da Istanbul, giovedì, e Roma, domenica: passaggi a vuoto prolungati come ieri, per tacere di un avvio orripilante, non vengono di solito perdonati. Il cammino sarà lungo, per diventare squadra, ma intanto è cominciato. E la dovizia, appunto, aiuta. Uno che levi le castagne dal fuoco salta spesso fuori, e quel che ha fatto ieri Bell, nei primi 6´ del secondo quarto, è stato accecante: 16 punti sono un numerone, ma ancora non spiegano tutto. Quel che hanno smosso, semplicemente, è che fin lì c´era stata in campo solo una squadra: Trieste. Di lì in poi, un´altra: la Virtus. Anche se poi Charlie ai 20 del thè s´è fermato, dando prova di dismessi egoismi: nella ripresa, dopo qualche errorino, s´è messo a scartare bon-bon per i compagni, facendo un petto a petto a centrocampo, di scoppiettante festosità, col fratellone Dial, appena rifornito (e ne aveva bisogno).
Brutta che più brutta non si può, la Virtus segna nel primo quarto la miseria di 10 punti, e il -7, alla fine, non è neppure una tragedia: deve già sospettarlo pure Pancotto, che passeggia davanti alla panca come una pantera allo zoo, infuriato con gli sprechi dei suoi. Quando infatti la Virtus smette di camminare e decide di sbattersi, Trieste vede la notte: i segni di vita la banda Tanjevic li dà cacciando, finalmente, qualche palla nel rusco, poi ci sono i 6 minuti divini di Bell e, in capo a un tremendo 22-5, Trieste si trova sotto di 8 (il 30-22 del 16´, dall´8-17 del 9´). Tanjevic azzecca l´assetto con tre piccoli, usa bene Avleev da 4, dopo aver tentato prima, invano, di opporre ai due pivot di Trieste i suoi due (anche il tenero Miralles). Il secondo quarto scrive 28-13 ed è una ventata che squassa Trieste, che ha Roberson svagato ed Erdmann toccato duro in un contatto e dentro e fuori senza costrutto.
La Virtus riappare dall´intervallo distratta e appesantita. Ci mette 3´ a trovare il primo canestro, e ancora una volta Trieste limita ai minimi il suo assalto. Con un 7-0 risale a -1, prova ad aggrapparsi alla partita, ma quando Scarone gioca 3´ da regista perfetto, imbeccando i tagli di Frosini e Avleev, per 6 punti filati, la difesa giuliana si liquefà e la partita scappa. La Virtus si alimenta adesso dei canestri dei lunghi (anche Koturovic), stacca un +10 al 30´ già pieno di promesse e lo dilata nell´ultimo quarto, quando Trieste, più che sfiduciata, sembra una squadra che non vede l´ora di girare i rubinetti della doccia. I 26 punti che segna nel secondo tempo dicono tutto. Un compitino. Pieno pure di macchie.
VIRTUS-TRIESTE 74-56
Virtus: Dial 17, Bell 20, Brkic, Avleev 13, Frosini 9, Scarone 3, Rigaudeau, Koturovic 12, Attruia, Miralles.
Trieste: Maric 2, Erdmann 11, Roberson 11, Podestà 9, Kelecevic 20, Cavaliero, Casoli 1, Pigato, Camata 2. N.e. Delise.
Arbitri: Mattioli, Corrias, Sardella.
Note: liberi: Bo 10/15, Ts 9/16. Da due: Bo 23/52, Ts 19/44. Da tre: Bo 6/17, Ts 3/16. Rimbalzi: Bo 49, Ts 34.
Parziali: 5´ 6-8, 10´ 10-17, 15´ 27-22, 20´ 38-30, 25´ 42-41, 30´ 57-47, 35´ 67-51, 40´ 74-56. Massimo vantaggio Virtus: +18 finale. Massimo svantaggio: -9 (8-17) al 9´.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica