Il «folletto» Dontae Jones, ieri tanto genio e poca sregolatezza, guida la Pompea Napoli ad una vittoria insperata alla luce di quanto s’era visto per 36'46''. Jones, ieri vero e proprio «Maradona del basket», infligge ai cucinieri della Scavolini Pesaro una sconfitta che fa male ed allo stesso tempo esalta la squadra di Mazzon, capace di soffrire, di non arrendersi quando tutto sembra prometterle l’ennesimo ko esterno.
Vince, la Pompea perché ha più talento, la classe che ovvia alla mancata superiorità sotto il canestro. Con Pompea in difficoltà a 3'14'' dalla fine, dopo uno sfondamento di Rajola su Mc Ghee, Mazzon chiede time-out e opta per la zona, una 3-2, con un quintetto atipico: quattro esterni e Jones «inventato» unico lungo. La Scavolini è avanti di 8 lunghezze (76-68), grazie ad un magico Mc Ghee, che dopo alcuni interventi degni di un safety di football americano, segna, stoppa Clack e subisce, appunto, lo sfondamento di Rajola. L'americanone di Pesaro, a 3'14'' dalla sirena finale, è il «P greco» che consente alla Scavolini di trovare la soluzione esatta per conquistare la quarta vittoria stagionale. Infatti... La Scavolini fallisce due attacchi, Jones - è davvero una notizia - ne sbaglia uno, ma Greer, sino a quel momento ben contenuto e inferiore alle paure della vigilia, centra una tripla: 76-71 (38'). Gilbert, peraltro autore di una prova più che sufficiente, non lo imita dalla grande distanza.
Al 38'23 è Clack a realizzare un tiro pesante: 76-74. Crespi chiede tempo. Richardson fallisce una tripla, la Scavolini recupera palla con Gilbert che serve Gigena: il capitano sceglie la soluzione più avventurosa, anzi avventata, e va a sfondare! A 55 secondi dalla fine, Jones centra la sua settima tripla: 76-77. Il parziale è di 9 a 0 per i partenopei. Richardson, più dannoso della grandine, perde palla e commette il quinto fallo, regalando due tiri liberi a Clack, che ne centra solo uno: 76-78. Ma sul tiro fallito e Pecile che recupera il rimbalzo, l’arbitro Nardecchia fischia un fallo al triestino. Mancano 41 secondi alla fine. Napoli gioca bene l’ulteriore attacco, con Penberthy, ex campione Nba con i Lakers, che gestisce il cronometro e segna i due punti che chiudono la partita. Anche perché gli attacchi della disperazione dei pesaresi colpiscono solo il ferro. Cronaca di una vittoria che è pure il «suicidio» sportivo di chi ha perso. La Scavolini non realizza un solo punto, Napoli ne centra dodici. Napoli era partita bene con Michael Andersen (6 punti in un amen), poi aveva subìto l'esperienza, e la grinta di Albano, capace di irretire Jones, obbligandolo al fallo antisportivo. Punteggio ad elastico, ma sempre a favore dei biancorossi, la Scavolini aveva guadagnato più volte margini in doppia cifra (26-16; 45-33; 61-51). E, addirittura, 54 a 27 di valutazione all’intervallo. Valori invertiti dagli ultimi 3 minuti con una sorprendente valutazione finale per i napoletani di 80 a 87.
Luciano Murgia
Vince, la Pompea perché ha più talento, la classe che ovvia alla mancata superiorità sotto il canestro. Con Pompea in difficoltà a 3'14'' dalla fine, dopo uno sfondamento di Rajola su Mc Ghee, Mazzon chiede time-out e opta per la zona, una 3-2, con un quintetto atipico: quattro esterni e Jones «inventato» unico lungo. La Scavolini è avanti di 8 lunghezze (76-68), grazie ad un magico Mc Ghee, che dopo alcuni interventi degni di un safety di football americano, segna, stoppa Clack e subisce, appunto, lo sfondamento di Rajola. L'americanone di Pesaro, a 3'14'' dalla sirena finale, è il «P greco» che consente alla Scavolini di trovare la soluzione esatta per conquistare la quarta vittoria stagionale. Infatti... La Scavolini fallisce due attacchi, Jones - è davvero una notizia - ne sbaglia uno, ma Greer, sino a quel momento ben contenuto e inferiore alle paure della vigilia, centra una tripla: 76-71 (38'). Gilbert, peraltro autore di una prova più che sufficiente, non lo imita dalla grande distanza.
Al 38'23 è Clack a realizzare un tiro pesante: 76-74. Crespi chiede tempo. Richardson fallisce una tripla, la Scavolini recupera palla con Gilbert che serve Gigena: il capitano sceglie la soluzione più avventurosa, anzi avventata, e va a sfondare! A 55 secondi dalla fine, Jones centra la sua settima tripla: 76-77. Il parziale è di 9 a 0 per i partenopei. Richardson, più dannoso della grandine, perde palla e commette il quinto fallo, regalando due tiri liberi a Clack, che ne centra solo uno: 76-78. Ma sul tiro fallito e Pecile che recupera il rimbalzo, l’arbitro Nardecchia fischia un fallo al triestino. Mancano 41 secondi alla fine. Napoli gioca bene l’ulteriore attacco, con Penberthy, ex campione Nba con i Lakers, che gestisce il cronometro e segna i due punti che chiudono la partita. Anche perché gli attacchi della disperazione dei pesaresi colpiscono solo il ferro. Cronaca di una vittoria che è pure il «suicidio» sportivo di chi ha perso. La Scavolini non realizza un solo punto, Napoli ne centra dodici. Napoli era partita bene con Michael Andersen (6 punti in un amen), poi aveva subìto l'esperienza, e la grinta di Albano, capace di irretire Jones, obbligandolo al fallo antisportivo. Punteggio ad elastico, ma sempre a favore dei biancorossi, la Scavolini aveva guadagnato più volte margini in doppia cifra (26-16; 45-33; 61-51). E, addirittura, 54 a 27 di valutazione all’intervallo. Valori invertiti dagli ultimi 3 minuti con una sorprendente valutazione finale per i napoletani di 80 a 87.
Luciano Murgia
Fonte: Il Mattino