PESARO – Andrea Mazzon, allenatore di Napoli, entra in sala stampa e butta lì a mo’ di consolazione una frase salomonica ma che a Pesaro non riesce a consolare davvero nessuno: «Doveva finire con un tempo supplementare questa partita, almeno si sarebbe visto chi la meritava di più!». Capirai, ci voleva giusto il supplementare per dare altri “meriti" ad una Scavolini che ha meritato proprio di tutto nei quaranta minuti, compresi i fischi dei tifosi che hanno salutato i giocatori biancorossi dopo l’allucinazione collettiva vissuta negli ultimi minuti (2-16 per gli ospiti, o se preferite 0-12). «La mossa determinante – continua Mazzon volando indifferente sopra lo sconcerto dell’ambiente pesarese – è stata la zona 3-2, allestita con i quattro piccoli e Jones pivot. Del resto noi siamo ormai assuefatti ai finali punto a punto: anche le gare precedenti erano finite così, magari a nostro svantaggio...».
Crespi invece non ha nessuna voglia di tirare in ballo le “magate" di Mazzon: «Ma quale zona: era la mossa della disperazione, speravano solo che noi sbagliassimo: abbiamo tirato da liberi ma non avevamo la cattiveria per segnare e uccidere la partita. Non venite a dirmi che Napoli l’ha voluta vincere fino alla fine, semmai siamo stati noi a non volerla vincere. Abbiamo giocato le ultime azioni scherzando, senza nessuna carica agonistica. Una terribile ingenuità che spiega la sconfitta più di qualunque argomento tattico». Ma anche questa ingenuità avrà le sue cause, o no? «Io non me la spiego – prosegue un Crespi ancora esterrefatto – Non mi spiego una simile rilassatezza mentale da parte dei miei uomini e ancor meno posso giustificarla. E’ una cosa che non può succedere, che non doveva assolutamente succedere». Per il capitano Silvio Gigena la colpa è dell’inesperienza: «Ci ha giocato un brutto scherzo, nel finale di una gara che era già vinta». Già, peccato che le partite si vincano alla fine, non all’inizio né durante. E adesso, in casa biancorossa, c’è una settimana davvero lunga da passare. Per affrontare poi la Skipper a Bologna. Da mani nei capelli.
G.Iac.
Crespi invece non ha nessuna voglia di tirare in ballo le “magate" di Mazzon: «Ma quale zona: era la mossa della disperazione, speravano solo che noi sbagliassimo: abbiamo tirato da liberi ma non avevamo la cattiveria per segnare e uccidere la partita. Non venite a dirmi che Napoli l’ha voluta vincere fino alla fine, semmai siamo stati noi a non volerla vincere. Abbiamo giocato le ultime azioni scherzando, senza nessuna carica agonistica. Una terribile ingenuità che spiega la sconfitta più di qualunque argomento tattico». Ma anche questa ingenuità avrà le sue cause, o no? «Io non me la spiego – prosegue un Crespi ancora esterrefatto – Non mi spiego una simile rilassatezza mentale da parte dei miei uomini e ancor meno posso giustificarla. E’ una cosa che non può succedere, che non doveva assolutamente succedere». Per il capitano Silvio Gigena la colpa è dell’inesperienza: «Ci ha giocato un brutto scherzo, nel finale di una gara che era già vinta». Già, peccato che le partite si vincano alla fine, non all’inizio né durante. E adesso, in casa biancorossa, c’è una settimana davvero lunga da passare. Per affrontare poi la Skipper a Bologna. Da mani nei capelli.
G.Iac.
Fonte: Il Messaggero