PESARO — Se c'è una cosa che piace agli allenatori è sottolineare una mossa ben riuscita; ma ammettere poi che il collega l'abbia indovinata non lo fa mai nessuno. E così in sala stampa si ripete la classica scena vista tante volte: Mazzon, che ha vinto (76-80 per la Pompea), si complimenta con se stesso per la zona piazzata negli ultimi 3' che ha imbambolato la Scavolini, sotterrata da un parziale di 12-0; Crespi, che ha perso, dice invece che non è quella difesa ad aver deciso la partita, ma la convinzione dei suoi di averla già in tasca. Chi ha ragione lo lasciamo decidere ai cinquemila che hanno visto la gara e che, giocando sulla ricorrenza appena passata sul calendario, probabilmente hanno tirato giù tutti i santi.
«Non è la zona in se stessa che ci ha bloccato, è solo calata la concentrazione nei dettagli. Abbiamo fatto le prime tre azioni contro quella difesa quasi scherzando, senza la giusta cattiveria agonistica per chiudere una partita: tiri talmente aperti e da liberi, i primi tre, che forse non credevamo fosse necessario segnare. Un'ingenuità terribile, una rilassatezza che non giustifico».
Ed infatti dev'essere rimasto a dirne quattro ai suoi nello spogliatoio, visto che arriva parecchio dopo la fine del match e del suo disastroso finale: «Napoli ci ha sempre creduto? Non sono d'accordo, erano disperati, si sono messi a zona sperando che noi sbagliassimo e li abbiamo accontentati».
Però dall'altra parte la vostra difesa ha mollato. O no?
«Jones ha fatto 7/8 nelle triple, c'è poco da commentare. Mentre Clack è uno che non solo non segna le bombe ma per il suo tipo di gioco proprio non le tenta. Stavolta ci ha provato e gli è andata dentro».
Non vuole sentir parlare degli arbitri, Crespi, nè dell'assenza di Beric: «Degli arbitri non parlo mai perchè non mi compete. Ci è mancato Misha? E' una debolezza parlare di chi non ha potuto giocare, tanto non servirebbe dire se ha pesato o no».
Quello che ha pesato, secondo il coach biancorosso, è stata la superficialità nel finale: «Sì, mi fa male vedere che abbiamo lasciato lì una vittoria già in pugno quando ci siamo detti mille volte che dobbiamo essere feroci nella nostra determinazione di mangiare l'avversario. Adesso non ci piangiamo addosso, dobbiamo essere ancora più incazzati».
Intanto Mazzon cerca di consolare l'uditorio pesarese, perchè l'aria è pesante: «Credo che questa partita meritasse un supplementare per vedere chi meritava di vincere. Noi, comunque, siamo abituati a giocare sullo sprint finale ed eravamo in credito con la fortuna perchè sia a Treviso che a Milano abbiamo perso così. Quanto alla zona, ho ordinato la 3-2 perchè Pesaro attaccava sempre con un post alto: dovevo pur provare a cambiare qualcosa sotto di dieci e la scelta ha pagato visto che nel finale la Scavolini non è più riuscita a segnare un canestro».
Elisabetta Ferri
«Non è la zona in se stessa che ci ha bloccato, è solo calata la concentrazione nei dettagli. Abbiamo fatto le prime tre azioni contro quella difesa quasi scherzando, senza la giusta cattiveria agonistica per chiudere una partita: tiri talmente aperti e da liberi, i primi tre, che forse non credevamo fosse necessario segnare. Un'ingenuità terribile, una rilassatezza che non giustifico».
Ed infatti dev'essere rimasto a dirne quattro ai suoi nello spogliatoio, visto che arriva parecchio dopo la fine del match e del suo disastroso finale: «Napoli ci ha sempre creduto? Non sono d'accordo, erano disperati, si sono messi a zona sperando che noi sbagliassimo e li abbiamo accontentati».
Però dall'altra parte la vostra difesa ha mollato. O no?
«Jones ha fatto 7/8 nelle triple, c'è poco da commentare. Mentre Clack è uno che non solo non segna le bombe ma per il suo tipo di gioco proprio non le tenta. Stavolta ci ha provato e gli è andata dentro».
Non vuole sentir parlare degli arbitri, Crespi, nè dell'assenza di Beric: «Degli arbitri non parlo mai perchè non mi compete. Ci è mancato Misha? E' una debolezza parlare di chi non ha potuto giocare, tanto non servirebbe dire se ha pesato o no».
Quello che ha pesato, secondo il coach biancorosso, è stata la superficialità nel finale: «Sì, mi fa male vedere che abbiamo lasciato lì una vittoria già in pugno quando ci siamo detti mille volte che dobbiamo essere feroci nella nostra determinazione di mangiare l'avversario. Adesso non ci piangiamo addosso, dobbiamo essere ancora più incazzati».
Intanto Mazzon cerca di consolare l'uditorio pesarese, perchè l'aria è pesante: «Credo che questa partita meritasse un supplementare per vedere chi meritava di vincere. Noi, comunque, siamo abituati a giocare sullo sprint finale ed eravamo in credito con la fortuna perchè sia a Treviso che a Milano abbiamo perso così. Quanto alla zona, ho ordinato la 3-2 perchè Pesaro attaccava sempre con un post alto: dovevo pur provare a cambiare qualcosa sotto di dieci e la scelta ha pagato visto che nel finale la Scavolini non è più riuscita a segnare un canestro».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino