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L’ora di confermare i progressi

PESARO – Il marchio Pompea, ammettiamolo, è più... sexy di quello Scavolini, se non altro per ragioni merceologiche. Calze a rete contro cucine componibili; spot a base di ammiccamenti e belle gambe contro il viso acqua e sapone dell’eterna casalinga Cuccarini.
Però abbiamo letto proprio l’altro giorno della coppia finita all’ospedale causa incaute effusioni amorose sopra i fornelli e conseguente rovesciamento della padella con frittata e olio bollente, ed allora non disperiamo di veder promanare quest’oggi, dal forno e dal frigo Scavolini, una carica sensuale perfino superiore a quella delle eleganti calze partenopee.
Quanto al Bpa Palas (che gli avversari odierni sogneranno ad occhi aperti, visto che sperano di veder allestita al più presto almeno una tensostruttura pur di giocare a Napoli-città), l’auspicio è che sia un forno e non un frigo.
Quella che in passato poteva essere una sfida anonima, di scarso richiamo, oggi diventa un fondamentale banco di prova per una Scavolini che settimana dopo settimana deve scoprire se stessa, misurare il suo valore, acquisire fiducia e coscienza di sé.
E con la diretta televisiva del secondo tempo, tutto il pubblico “cestofilo" d’Italia dovrà ricavare la percezione di una Vuelle rifondata e ringiovanita ma ancora più tosta, aggressiva, volitiva.
Su questa strada la partita di Roseto ha rappresentato un buon passo avanti, e adesso quei progressi dal punto di vista mentale prima che tecnico devono essere confermati di fronte ai propri tifosi ed alla platea televisiva del sabato pomeriggio. Uno spot in cui la Scavolini non si dovrà assolutamente impaperare.
Anche perché Napoli viene a Pesaro con grande determinazione e sicurezza: «Vogliamo i due punti – dice il play Stefano Rajola – perché il nostro obiettivo è quello di prenderci uno dei primi otto posti in classifica. Ambiziosi? Non è detto: con l’equilibrio che regna in questo campionato, tutto è possibile».
Capito Scavolini? De te fabula narratur. Tutto è possibile, a patto che lo si voglia davvero. Volere è potere.
Ed oggi Pesaro deve dare un saggio di quella volontà forte, di quella “ferocia mentale" predicata fin dall’inizio dal suo coach. E il discorso vale anche per il pubblico: adesso sono questi gli avversari “giusti", contro i quali vincere non sarà facile ma pur sempre indispensabile.
Nessuno snobismo, anzi tifo “verace" come quello napoletano.
Una Pompea multinazionale, dicevamo nei giorni scorsi. Una “rosa" dai mille colori, tra i quali però non c’è più il biancazzurro dell’argentino Leandro Palladino, che esattamente un mese fa, appena tornato a casa dall’allenamento, ricevette una telefonata dalla Spagna con la proposta di trasferirsi seduta stante al Tau Vitoria, con un allettante contratto triennale.
Dopo una riflessione durata cinque minuti, l’oriundo aveva già la valigia in mano e il 4 ottobre la società napoletana lo liberava da ogni vincolo. Tre settimane dopo, al suo posto, la Pompea preferiva chiamare il lungo Conlon, per rafforzare un settore che, almeno a giudicare dalla classifica rimbalzi, non sembra essere il punto forte della squadra di Mazzon
Giancarlo Iacchini
Fonte: Il Messaggero
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