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Da tutta Italia per l'addio a Micio Blasi

BOLOGNA — Si ferma Bologna ma, più in generale, si fermerà il mondo della pallacanestro. Convergeranno qui, in tanti – da Trieste a Reggio Calabria – non per una finale scudetto, come capita spesso da queste parti. Ma per testimoniare, con la loro presenza, quanta stima, riconoscenza e affetto abbia seminato e raccolto, in vent'anni da professionista, Andrea Blasi. “Micio” se n'è andato un brutto martedì mattina, mentre stava lavorando, con il suo furgoncino. Da quel momento un incessante tam tam, che ha fatto il giro dell'Italia, perché Andrea ha giocato in tanti club – Arese, Fortitudo, Milano, Cantù, Firenze, Pistoia, Sassari, Reggio Calabria – e in ogni società ha lasciato amici, affezionati e fedeli.
Amici che hanno deciso di salutarlo con una pagina che oggi uscirà sulla Gazzetta dello Sport. Amici che si sono rivisti, o risentiti al telefono, nel nome di Blasi, un giocatore e un uomo speciale perché aveva raggiunto i massimi livelli (uno scudetto e due finali tricolori) senza disporre di mezzi fisici straordinari. Intelligenza, serietà e professionalità le doti di Andrea che oggi, alle 11, riceverà l'ultimo saluto nella chiesa di San Girolamo della Certosa, a Bologna. La città che lui, triestino di nascita e milanese d'adozione, aveva scelto per vivere con Veronique, sua moglie, e con Sophie, la bimba che nascerà tra quaranta giorni.
Alessandro Gallo
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