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Skipper e Oregon giocheranno per Andrea

Ha provato fino all'ultimo a far spostare l'allenamento. Ma per una serie di complicazioni, compresa la disponibilità dell'impianto brianzolo, non è riuscito nel suo intento.
Così, questa mattina, resterà a Cantù. Ma se in palestra ci saranno i centimetri e i chili di Dan Gay, il cuore e la mente prenderanno la strada delle Due Torri. Per essere vicino, alle 11, a Veronique, la moglie di Andrea Blasi. «Lo so che il suo soprannome era 'Micio' — racconta Dan —, ma io lo chiamavo 'Mancio'. Perché? Ovvio, era mancino. Un ragazzo eccezionale. Il destino ha voluto, poi, che l'ultimo saluto si consumi alla vigilia di questo confronto tra Cantù e Fortitudo. Due club nei quali entrambi abbiamo giocato. Domani ci sarà un minuto di silenzio e, anche noi, scenderemo in campo con le canotte listate a lutto».
Si abbandona ai ricordi, Dan, il modo per ritrovare l'amico, il compagno. «Quante catture – insiste – lui, che era così preciso e puntuale. Alle volte lo chiamavo alle 2 di notte. Lui stava dormendo. Mi rispondeva con voce assonnata, ma non mi ha mai mandato a quel paese. Accettava lo scherzo. Insieme, con Pilu, abbiamo vissuto uno dei periodi migliori della Fortitudo degli ultimi dieci anni».
Ricorda le partite a carte, Dan.
«In coppia, qualche volta – dice – ma soprattutto avversari. Io e Damiao contro lui e Pilutti. Quante lezioni gli abbiamo dato. O forse ce le impartivano loro. Stavamo bene, insieme, mi sembra impossibile parlarne al passato. E' incredibile».
Si fa forza, Dan, e parla di questa partita.
«Noi vogliamo vincere – sottolinea il grande ex – non possiamo permetterci sconti particolari. Siamo partiti un po' a rilento, rispetto a un anno fa, ma ora abbiamo trovato maggiore equilibrio e pericolosità. E con questa partenza soft sono sicuro che potremo reggere il confronto, con chiunque, fino alla fine». Non aggiunge altro, Dan, ma è chiaro che l'Oregon, zitta zitta, vorrebbe ripetere (se non migliorare) l'esperienza della stagione appena conclusa. Quando, a sorpresa, costrinse alla quinta gara di semifinale proprio la Fortitudo.
«La Skipper – continua – è cambiata parecchio. Dei miei vecchi compagni sono rimasti solo Basile e Galanda. E' cambiata ma resta pericolosa. La vedo in crescita, nonostante la sconfitta di Eurolega con il Pau. Mi sembra che stiano trovando un maggior equilibrio: per questo non possiamo abbassare la guardia. Dovremo partire forte. Anche per onorare la memoria di Blasi. Sia noi sia loro penseremo ad Andrea, un ragazzo speciale, un amico che ci ha lasciato presto. Troppo presto».
Alessandro Gallo
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