LIVORNO — Di solito si vede solo nei film. Il capitano di una squadra di basket di provincia si infortuna, sta fuori un anno a cercare di riprendere al meglio la sua forma, la sua Mabo intanto si salva mantiene con le unghie un posto al sole in massima serie dedicando la salvezza anche al suo condottiero fuori causa. Lui torna tra gli applausi di tutti e in circa un mese guadagna il sogno di ogni sportivo: la maglia azzurra. No, non è un sogno, è solo un esempio di sport e vita vissuta il cui protagonista ha un nome ben definito nei cuori dei tifosi amaranto: Daniele Parente.
Quali le sue emozioni?
«Fa sicuramente piacere indossare la maglia azzurra. Sono curioso di conoscere in prima persona Recalcati. Considero l'esperienza azzurra come un punto di partenza e non come un punto di arrivo».
C'è qualcuno che deve ringraziare in maniera particolare?
«I ringraziamenti da fare sono molti. La società in toto, dallo staff tecnico allo staff medico, da Massimo Faraoni al dottor Chiellini che mi ha operato. Ma un grazie veramente speciale va a Giustino Danesi. In questi mesi di riabilitazione in cui un giocatore compie la fase più difficile, ovvero, allenarsi a parte da solo per mesi, lui non mi ha mia fatto sentire il peso della cosa, rendendo questo periodo il più piacevole possibile».
Dopo la vittoria di Varese adesso arriva Milano. Cosa c'è da temere?
«Milano è una squadra molto competitiva, capace di mettere in difficoltà ottime squadre come ha già fatto contro Treviso. E' paragonabile alla Virtus Bologna che abbiamo incontrato qua a Livorno. Hanno il reparto esterni molto pericoloso, una cabina di regia pericolosa. E'una squadra ben assortita che non dobbiamo assolutamente sottovalutare. Se sapremo comunque scendere in campo con il nostro solito atteggiamento, qua tra le grida dei nostri tifosi, nessuna squadra ci può far paura».
Giacomo Niccolini
Quali le sue emozioni?
«Fa sicuramente piacere indossare la maglia azzurra. Sono curioso di conoscere in prima persona Recalcati. Considero l'esperienza azzurra come un punto di partenza e non come un punto di arrivo».
C'è qualcuno che deve ringraziare in maniera particolare?
«I ringraziamenti da fare sono molti. La società in toto, dallo staff tecnico allo staff medico, da Massimo Faraoni al dottor Chiellini che mi ha operato. Ma un grazie veramente speciale va a Giustino Danesi. In questi mesi di riabilitazione in cui un giocatore compie la fase più difficile, ovvero, allenarsi a parte da solo per mesi, lui non mi ha mia fatto sentire il peso della cosa, rendendo questo periodo il più piacevole possibile».
Dopo la vittoria di Varese adesso arriva Milano. Cosa c'è da temere?
«Milano è una squadra molto competitiva, capace di mettere in difficoltà ottime squadre come ha già fatto contro Treviso. E' paragonabile alla Virtus Bologna che abbiamo incontrato qua a Livorno. Hanno il reparto esterni molto pericoloso, una cabina di regia pericolosa. E'una squadra ben assortita che non dobbiamo assolutamente sottovalutare. Se sapremo comunque scendere in campo con il nostro solito atteggiamento, qua tra le grida dei nostri tifosi, nessuna squadra ci può far paura».
Giacomo Niccolini
Fonte: La Nazione