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Virtus, anche l´Europa è in salita

Secca sconfitta (84-88) per la squadra di Tanjevic: alla fine esplode la contestazione del pubblico

Insultato da un intero palasport, quando leva il tappo quella curva che doveva esser l´ultimo zoccolo duro, Marco Madrigali fende in maniche di camicia il mar Rosso dell´ira di quel che resta del popolo virtussino (tremila, forse meno), solcando il campo per traverso, a mo´ di sfida, battuto ma non piegato. Non l´ha persa il presidente, sfiorato pure da una pallonata, la partita d´ingresso nel torneo che la Virtus un tempo dominava, ma una squadra al momento impresentabile, logicamente sottomessa da un Villeurbanne che, sbagliando meno, ne ha svelato la tremenda modestia. Meglio l´Asvel a rimbalzo (8 Evtimov), meglio in difesa, meglio a tirare, soprattutto da tre (irreale 71%, 6/7 di Marcelic, pur concesso coi piedini per terra). Meglio in tutto, insomma, mentre il muro contro muro fra le separate anime bianconere è sempre più rauco, e la teatrale uscita di scena di Madrigali acuirà faide e veleni. Però oggi, serenamente, questa Virtus non può calcare queste scene. E non solo perché la mancano giocatori. Ma pure perché tanti di quelli che ci sono danno poco o nulla: dal mistero doloroso Sekularac ad Avleev ad Attruia allo stesso svaporato Bell. Così, se finisce di 4, sfiorando perfino il sogno, dopo una mattanza subìta, si deve all´orgoglio di chi non ci sta (e, guarda caso, abita qui da un po´). La goleada vana di Rigaudeau nell´ultimo quarto (15 punti segnati, squadra trainata dal - 14 al - 2) rimarrà impressa come un inutile gesto d´eroismo. Adesso si parlerà di mercato, ma sul ventilato arrivo di un play-guardia c´è una pausa di riflessione. Oggi verrà visto Smodis, per sapere quando ripartirà: tira brutt´aria e allora, al mercato, si cercherà un lungo. Viceversa, Frosini e Andersen rischiano di schiattare. O di non prendere una mosca, sotto i vetri. Come ieri.
Al solito, la Virtus parte bene, al traino di Bell: 16-12 dopo 6´ (9 del moretto), almeno l´attacco gira. Ma, pure al solito, la difesa è cartongesso: subisce triple, contropiedi, spallate, liberi per tragica fallosità. Un parziale di 16-4 in 4´, con orrori di Sekularac, la sprofonda a - 8 al primo pit-stop. Evtimov fortitudeggia, beccandosi con la curva, e la recita gli porta quantomeno sfiga: becca due stoppate nella stessa azione e c´è subito una tripla di Bell, poi sbaglia due liberi e, da tre, lo punisce Rigaudeau. Anzi, punisce Marcelic, che lo marca: un´ulteriore tripla, un 2+1, e il Re riporta avanti i suoi: 32-30 con 9 filati. C´è chi può e chi non può, diceva un suo vecchio compare. Ma poiché questo è il tempo delle triple (5 in 10´) s´aggiunge anche Gagneur, una volta per angolo. Il 41-33 pare un sogno. Lo sarà. Solo +1 al thè, segnando appena 2 liberi negli ultimi 4´. Ripresa. La mattanza. Marcelic e Bonato scavano fino al +14. E, soprattutto, la Virtus è in asfissia: 2 punti nei primi 6´, incassando un orrido 17-2. - 12 all´ultimo intervallo, - 14 a 6´40´´ dalla fine, quando almeno c´è uno sbocco d´orgoglio. Rigaudeau, of course: 74-78 a 3´, col decimo punto in 7´ del Re, - 2 con Andersen poco dopo. Bonato da tre. Pure Antoine. Di nuovo Bonato. Due liberi su 3 per Antoine, ormai è fra loro due. - 3. C´è un sospetto di campo di Smith (ma gliela tocca maldestramente Attruia), un errore di Bonato, la tripla disperata del pari, a 15´´, fallita da Rigaudeau. Finita qui.
Walter Fuochi

VIRTUS-ASVEL 84-88
Virtus: Rigaudeau 24, Bell 20, Avleev 5, Frosini 5, Andersen 10, Attruia 8, Sekularac 2, Brkic 3, Miralles, Gagneur 7. N.e. Belinelli.
Asvel: Smith 20, Bonato 18, Marcelic 18, Gadou 6, Gulyas 2, Owens, Mrazek 9, Petrov, Giffa 4, Evtimov 11. N.e. Toure.
Arbitri: De Keyser (Bel), Muhvic (Cro), Sahin (Tur).
Note: liberi: Bo 26/34, As 18/24. Da due: Bo 15/28, As 17/39. Da tre: Bo 9/20, As 12/17. Rimbalzi: Bo 23, As 32.
Parziali: 5´ 12-11, 10´ 20-28, 15´ 38-33, 20´ 43-42, 25´ 45-57, 30´ 56-68, 35´ 66-75, 40´ 83-88. Massimo vantaggio Virtus: +8 (41-33) al 17´. Massimo svantaggio: - 14 (59-73) al 34´.
Fonte: La Repubblica
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