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Voci dallo spogliatoio triestino

Il coach Pancotto: «Superlativi. E dobbiamo crescere». Boniciolli: «Bravi voi»

TRIESTE - La legge del Pala Trieste colpisce ancora. Lo scorso anno fu la Scavolini di Pillastrini a cadere nella gara inaugurale, quest’anno è il turno della titolata Skipper Bologna. E Matteo Boniciolli, tecnico della Fortitudo, non la prende bene. Il coach triestino (davvero un amaro ritorno a casa il suo) resiste non più di venti secondi in sala stampa.
«Sono qui – il commento di Matteo – solamente per fare i complimenti a Trieste che ha giocato una partita di grande intensità. Sulla mia squadra, invece, non voglio parlare».
Viso scuro, Boniciolli si alza dalla sedia lasciando tutti di stucco. Decisamente più disponibile Cesare Pancotto finalmente rilassato dopo la grande tensione scaricata sul parquet nel corso della gara.
«Direi una partita al di fuori di qualunque previsione – le prime parole del coach marchigiano. Sapevamo di dover disputare una partita di grande intensità per poter competere al livello di un’avversaria che lotterà fino alla fine della stagione per lo scudetto. In questo senso i ragazzi sono stati superlativi portando fino in fondo l’altro compito che avevo loro assegnato. Era fondamentale per noi limitare al massimo il numero delle palle perse e direi che 7 palloni buttati su un totale di 77 possessi sono un numero davvero irrisorio».
Pancotto non si siede sulla grande prestazione della mia squadra e cerca i punti deboli di una partita quasi perfetta. «In attacco abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere prova ne sia che i 103 punti realizzati alla fine sono stati equamente distribuiti nei due tempi. Se cerchiamo un neo dobbiamo analizzare la prestazione difensiva. Nell’uno contro ci sono state troppe distrazioni e questo ha consentito loro di restare aggrappati alla gara fino alla fine. Credo sia uno scotto normale per una squadra che è ancora in rodaggio e ha bisogno di un periodo minimo di due settimane per farsi trovare pronta».
Una squadra in crescita capace di far fronte sul campo alle difficoltà scaturite da una gara durissima. Come quei tre minuti di zona che hanno rischiato di mandarla in tilt all’inizio dell’ultimo quarto. Un’arma che forse Boniciolli ha abbandonato troppo presto.
«Sulle decisione di Matteo non posso e non voglio entrare – conclude Pancotto. Abbiamo fatto fatica ma siamo stati capaci di superare la crisi». Un’ultima battuta di Pancotto per Roberson: «Sono contento della sua prova ma non voglio che, nemmeno per un momento Terrance pensi di essere arrivato. Deve continuare a lavorare per progredire. Il campionato italiano è difficile, deve entrare in questo ordine di idee per completare la sua maturazione».
Lorenzo Gatto
Fonte: Il Piccolo
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