ROSETO - Dice che è tranquillo e che sta, come al solito, allenandosi con Eugenio Ercolini, il suo preparatore atletico di fiducia. La tabella è semplice: pallacanestro la mattina, con sedute dedicate al tiro, e atletica il pomeriggio. Con quasi 40 anni a gravargli sulle spalle, questo è il pane quotidiano di Mario Boni quando non è impegnato in campionato. Su 365 giorni l'anno, l'unico periodo senza palestra sono le 3 settimane in Sadergna, con la moglie Arianna e il figlio Giacomo, che SuperMario si concederà fra giugno e luglio. Intanto i giorni passano, la ferita aperta dalla retromarcia rosetana è in via di guarigione e la sorte continua a mischiare le carte che, prima o poi, Mario Boni dovrà giocare. Squadre che lo cercano, una volta che lo hanno saputo libero, pare ce ne siano diverse. Quelle conosciute sono Trieste e Reggio Calabria in A, Capo d'Orlando e Teramo in Legadue, Rieti (leggasi Michele Martinelli) in B1, ma pare ce ne siano anche altre. Così, in attesa di sapere se ricostituirà una coppia esplosiva con Martinelli, se aprirà un califfato in Sicilia o se accetterà i freddi nordestini, Marione sfoglia la margherita e si gode la famiglia. Lo abbiamo sentito, qualche giorno dopo la conferenza stampa d'addio, per fare il bilancio del suo periodo a Roseto.
Mario, adesso che tutto è finito, cosa ti rimane dentro?
Molta amarezza. E' come quando due innamorati si lasciano perché uno dei due si è stufato. Avrei preferito
finisse con più franchezza. Sarebbe bastato che il Signor Amadio mi avesse detto: "Senti Mario, mi dispiace per la promessa che ti avevo fatto, ma siccome ho assunto Bianchini come General Manager e a lui tu non piaci, devo venire meno alla mia promessa". Sarebbe stato meglio per tutti!.
Come te la vuoi ricordare Roseto?
Come una piccola città che mi ha fatto sentire un grande affetto. Da subito sono stato bene come se fossi a casa mia.
Apriamo il libro dei ricordi. Il momento più bello della stagione vinta di A2?
La prima gara giocata in maglia biancoblù, vincendo contro Avellino. Era il mio esordio e ci tenevo a ben impressionare, anche perché ero conscio che il pubblico di Roseto era molto esigente.
Il ricordo più bello della prima stagione di A1?
La vittoria contro Roma, anche se tutta la stagione è stata bellissima. Eravamo una neo-promossa e ci siamo tolti grandissime soddisfazioni.
Il ricordo più bello della seconda stagione di A1?
Il raggiungimento dei play off. Per come era cominciato il campionato, direi che è stata una grande stagione.
Roseto e i rosetani hanno qualcosa di speciale?
La generosità. Ho avuto 2 stagioni e mezzo molto intense e mi sento orgoglioso di essere entrato così tanto
nei cuori dei tifosi che, ricordiamolo, sono tra i più competenti ed esigenti in Italia. Avere fatto bene a Roseto è un gran traguardo per qualsiasi giocatore.
Montecatini e Roseto. Affinità e divergenze?
Montecatini è più borghese e forse più discreta, Roseto sicuramente più intensa e passionale.
Cosa significa per te la parola "riconoscenza"?
La riconoscenza è un valore tanto serio quanto raro a trovarsi. Però fa la differenza nei rapporti umani. Parlando di riconoscenza, me ne sarei aspettata un pizzico dal Roseto Basket.
Luca Maggitti
Mario, adesso che tutto è finito, cosa ti rimane dentro?
Molta amarezza. E' come quando due innamorati si lasciano perché uno dei due si è stufato. Avrei preferito
finisse con più franchezza. Sarebbe bastato che il Signor Amadio mi avesse detto: "Senti Mario, mi dispiace per la promessa che ti avevo fatto, ma siccome ho assunto Bianchini come General Manager e a lui tu non piaci, devo venire meno alla mia promessa". Sarebbe stato meglio per tutti!.
Come te la vuoi ricordare Roseto?
Come una piccola città che mi ha fatto sentire un grande affetto. Da subito sono stato bene come se fossi a casa mia.
Apriamo il libro dei ricordi. Il momento più bello della stagione vinta di A2?
La prima gara giocata in maglia biancoblù, vincendo contro Avellino. Era il mio esordio e ci tenevo a ben impressionare, anche perché ero conscio che il pubblico di Roseto era molto esigente.
Il ricordo più bello della prima stagione di A1?
La vittoria contro Roma, anche se tutta la stagione è stata bellissima. Eravamo una neo-promossa e ci siamo tolti grandissime soddisfazioni.
Il ricordo più bello della seconda stagione di A1?
Il raggiungimento dei play off. Per come era cominciato il campionato, direi che è stata una grande stagione.
Roseto e i rosetani hanno qualcosa di speciale?
La generosità. Ho avuto 2 stagioni e mezzo molto intense e mi sento orgoglioso di essere entrato così tanto
nei cuori dei tifosi che, ricordiamolo, sono tra i più competenti ed esigenti in Italia. Avere fatto bene a Roseto è un gran traguardo per qualsiasi giocatore.
Montecatini e Roseto. Affinità e divergenze?
Montecatini è più borghese e forse più discreta, Roseto sicuramente più intensa e passionale.
Cosa significa per te la parola "riconoscenza"?
La riconoscenza è un valore tanto serio quanto raro a trovarsi. Però fa la differenza nei rapporti umani. Parlando di riconoscenza, me ne sarei aspettata un pizzico dal Roseto Basket.
Luca Maggitti
Fonte: Il Tempo