Sarà tutta un'altra storia. Comunque si veda la serie finale tra Benetton e Skipper è abbastanza chiaro che la formazione bolognese scenderà al Palaverde con un approccio molto diverso rispetto a quello di gara-1. Difficile immaginare se la Fortitudo possa duplicare l'impresa del 2000, che la vide scudettata dopo aver perso gara-1 in casa, ma di certo gli uomini di Boniciolli scenderanno in campo con il coltello tra i denti. Diversi i temi di interesse di gara-2, vediamone alcuni:
Infortuni. Il Benetton deciderà all'ultimo momento se usare Edney o meno: il partitone di Bulleri non deve far scordare che sabato, specie nel primo tempo, con Bell in regia ci sono state diverse incertezze e la squadra ha girato a scartamento ridotto. La Skipper è sempre alle prese con gli acciacchi di Milic e Savic: lo sloveno, scavigliato, perde gran parte della sua esplosività mentre lo jugoslavo unisce i guai perenni a un ginocchio a una lussazione a un dito patita in gara-5 di semifinale contro Cantù.
Esterni. Nella prima finale le percentuali di tiro hanno fatto la differenza. Basile e Meneghin hanno litigato col canestro mentre Bulleri, Bell e Chikalkin a tratti sembravano impegnati in una gara di tiro a segno al luna park. Inoltre Boniciolli deve resuscitare Goldwire e soprattutto Marcelic: il croato ha difeso male, specie su Chikalkin, e ha rinunciato troppo spesso a prendersi responsabilità offensive nei momenti clou. Spesso sono arrivati tiri forzati da parte della Skipper e questo, oltre a percentuali più basse, significa favorire il micidiale contropiede biancoverde.
Lunghi. Treviso ha deciso di non raddoppiare Fucka e Kovacic e il rischio ha pagato i suoi frutti, ma è impensabile che Gregor buchi un'altra partita così clamorosamente. Bene, almeno in attacco, è andato Galanda che, al pari dei lunghi trevigiani, è l'unico in grado di colpire con regolarità dalla distanza. Il Benetton ha fatto molto affidamento su Marconato, giocando molti palloni dentro l'area: questa è una delle chiavi pro Benetton perché se Treviso riesce a essere multidimensionale diventa praticamente inarrestabile.
Guido Guida
Infortuni. Il Benetton deciderà all'ultimo momento se usare Edney o meno: il partitone di Bulleri non deve far scordare che sabato, specie nel primo tempo, con Bell in regia ci sono state diverse incertezze e la squadra ha girato a scartamento ridotto. La Skipper è sempre alle prese con gli acciacchi di Milic e Savic: lo sloveno, scavigliato, perde gran parte della sua esplosività mentre lo jugoslavo unisce i guai perenni a un ginocchio a una lussazione a un dito patita in gara-5 di semifinale contro Cantù.
Esterni. Nella prima finale le percentuali di tiro hanno fatto la differenza. Basile e Meneghin hanno litigato col canestro mentre Bulleri, Bell e Chikalkin a tratti sembravano impegnati in una gara di tiro a segno al luna park. Inoltre Boniciolli deve resuscitare Goldwire e soprattutto Marcelic: il croato ha difeso male, specie su Chikalkin, e ha rinunciato troppo spesso a prendersi responsabilità offensive nei momenti clou. Spesso sono arrivati tiri forzati da parte della Skipper e questo, oltre a percentuali più basse, significa favorire il micidiale contropiede biancoverde.
Lunghi. Treviso ha deciso di non raddoppiare Fucka e Kovacic e il rischio ha pagato i suoi frutti, ma è impensabile che Gregor buchi un'altra partita così clamorosamente. Bene, almeno in attacco, è andato Galanda che, al pari dei lunghi trevigiani, è l'unico in grado di colpire con regolarità dalla distanza. Il Benetton ha fatto molto affidamento su Marconato, giocando molti palloni dentro l'area: questa è una delle chiavi pro Benetton perché se Treviso riesce a essere multidimensionale diventa praticamente inarrestabile.
Guido Guida