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Bonsignori, 100 partite di classe e cuore

«Bellissimo rapporto con la città e i tifosi. I play off non sono un sogno»

FABRIANO — Un altro “centenario" in casa Banca Marche Fabriano. Nella partita di domani a Udine, infatti, il pivot Nicola Bonsignori raggiunge le 100 partite giocate con la maglia fabrianese. Ed è il 21° giocatore, dopo Monroe la settimana scorsa, ad arrivare a questo record nella storia della società biancazzurra (in testa Servadio, 238 presenze). Pivot di 30 anni, 208 cm, Bonsignori è alla terza stagione a Fabriano, che lo ingaggiò nell'estate del '99, memore delle superbe prestazioni di cui si era reso protagonista negli anni precedenti venendo da avversario al Palaindesit, fra tutte ricordiamo un Fabriano-Battipaglia (1996/97) in cui infilò 20 punti, pur avendo di fronte un certo Ario Costa.
Allora Nik, che bilancio puoi fare delle tue prime 100 partite in biancazzurro?
«Positivo. Sia dal punto di vista sportivo, perché l'anno scorso abbiamo ottenuto la promozione e adesso stiamo andando benissimo anche in A1, sia per quel che riguarda il rapporto con i tifosi e la città. Tanto più che qui a Fabriano due mesi fa è nata la mia seconda figlia Carol».
Tu, Monroe e Gattoni giocate insieme da tre anni. Vetra, Ferroni e Thompson erano qui anche l'anno scorso. Alla luce dei risultati che state ottenendo si può dire che puntare su un nucleo collaudato alla fine ripaga...
«Certo. E non solo nel basket. Nel calcio, ad esempio, il Chievo ha tenuto gran parte della squadra della serie B e adesso, grazie al grande affiatamento, riesce a mettere in difficoltà anche gli squadroni. Pure qui a Fabriano coach Lasi e i dirigenti sono stati bravi a tenere lo stesso gruppo della promozione, che ora sta ripagando sul parquet».
Stai disputando un campionato decisamente buono, in cui spicca la qualità delle tue percentuali (18/22 da due, 10/12 ai liberi) più che la quantità dei numeri (1,6 punti in 8,5 minuti), ma soprattutto tanta affidabilità. Dove risiedono i segreti dei tuoi progressi?
«Già questa estate, quando Lasi aveva manifestato la volontà di tenermi, ho iniziato a lavorare sodo per migliorare i fondamentali, grazie anche all'aiuto del vice Ciaboco, ben sapendo che avrei dovuto dare il massimo in quei 10 minuti in cui sarei stato chiamato sul parquet. Si vedono i frutti e sono soddisfatto. Inoltre, ora che la società ha deciso di non prendere un altro lungo, là sotto dobbiamo darci da fare ancora di più».
Quest'anno in 4/5 partite hai giocato alla grande. Quale pensi che sia stata la tua migliore performance finora?
«Penso con Siena (6 punti, 3/3 al tiro e i recuperi decisivi, ndr,) o con Biella (8). Anche a Roseto (12 punti e 5/5), ma purtroppo lì abbiamo perso».
Approdare in A1 da protagonista a 30 anni dopo averla solo assaggiata a inizio carriera e costatare di poterci giocare tranquillamente. Qualche rimpianto per non aver avuto occasione di tornarci prima?
«Sinceramente, sì. Da giovanissimo a Livorno, quando i cartellini avevano ancora un valore, sembrava che potessi avere un futuro in massima serie. Così non è stato, ma va bene lo stesso. Anzi, ringrazio Fabriano che mi ha dato questa chance. Comunque, non sono mica vecchissimo!».
Otto partite alla fine del campionato e Fabriano è 9° con 26 punti. Con quali prospettive affrontate il finale di stagione?
«Credo che per la salvezza non dovrebbero esserci più problemi. Se riusciremo a vincere a Udine (domani ore 18.15, ndr), anzi, potrebbe essere quasi matematica. Raggiungere i play-off sarebbe un grande risultato, un sogno, per il quale sarà necessario lavorare ancora sodo».
Franco De Marco
Fonte: Il Messaggero
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