CANTÙ — Si comincia. Stasera va in scena gara1 dei quarti di finale dei playoff (direttta RaisportSat alle 20.45). Al Pianella si disputa il primo round dello scontro tra l'Oregon Scientific Cantù e il Montepaschi Siena. Un duello che s'annuncia mozzafiato fra due squadre tenaci e opposte: la scuola americana, con i colori biancoblù, contro la scuola slava, biancoverde. Due filosofie di basket, due mondi del canestro a confronto. C'è anche questo match nel match di giganti e cecchini che oppone Cantù a Siena. In 38 partite della stagione regolare, le due squadre hanno lottato gara dopo gara per il quarto posto. L'hanno spuntata i brianzoli. Ma i toscani non si sentono da meno. I biancoblù sono a riposo da tre settimane. Nel frattempo Siena ha vinto una Coppa Saporta e ha stracciato agli ottavi di finale dei playoff la Snaidero. Cantù ha avuto il tempo per ricaricare le batterie, ha fatto le prove tecniche con la Kinder in vista della volata finale.
Stefano Sacripanti dribbla la tensione. Il coach dell'Oregon stempera l'elettricità dello spogliatoio: «Siena è forte. Non lo scopriamo certo noi. Aspettiamo da venti giorni questa gara e finalmente ci siamo. Dall'ultima sfida in campionato, il Montepaschi ha un leader in più: è Naumoski, diventato il punto di riferimento della squadra toscana». Il tecnico brianzolo assicura che c'è calma e serenità tra i giocatori. Ma l'adrenalina salirà. «La squadra si è preparata bene - dice Sacripanti - Tutti i ragazzi sono ok fisicamente. Siamo concentrati e determinati. Ma il conto alla rovescia crea una naturale ansia».
Capitan Riva è fiducioso: «Abbiamo una voglia matta di andare avanti. Siamo arrivati quarti, puntiamo alla semifinale. Rispettiamo Siena, ma non ci fa paura. Abbiamo personalità, intelligenza e carattere per batterli. Sarà una sfida emozionante».
Tre delle eventuali cinque partite l'Oregon le giocherà in casa. «Ma il fattore - puntualizza Sacripanti - non conterà più di tanto. Abbiamo imparato a vincere anche lontano dal Pianella». La strategia di guerra per far colare a picco Siena, il coach canturino l'ha messa a punto in tre settimane: «Sarà un duello molto tattico. Non dovremo farci sopraffare da un eccesso di agonismo, dalla voglia di strafare. Calma, pazienza, lucidità saranno le nostre armi vincenti. E soprattutto l'unità del gruppo e il gioco di squadra». E per conservare la compattezza del collettivo, Cantù in questa stagione non ha fatto nessun cambiamento in corsa. Sacripanti ha pilotato la stessa squadra che lui ha costruito in estate. Senza ritocchi, senza rinforzi. L'allenatore dell'anno crede in quel gruppo di americani che ha riportato Cantù al vertice.
Paolo Marelli
Stefano Sacripanti dribbla la tensione. Il coach dell'Oregon stempera l'elettricità dello spogliatoio: «Siena è forte. Non lo scopriamo certo noi. Aspettiamo da venti giorni questa gara e finalmente ci siamo. Dall'ultima sfida in campionato, il Montepaschi ha un leader in più: è Naumoski, diventato il punto di riferimento della squadra toscana». Il tecnico brianzolo assicura che c'è calma e serenità tra i giocatori. Ma l'adrenalina salirà. «La squadra si è preparata bene - dice Sacripanti - Tutti i ragazzi sono ok fisicamente. Siamo concentrati e determinati. Ma il conto alla rovescia crea una naturale ansia».
Capitan Riva è fiducioso: «Abbiamo una voglia matta di andare avanti. Siamo arrivati quarti, puntiamo alla semifinale. Rispettiamo Siena, ma non ci fa paura. Abbiamo personalità, intelligenza e carattere per batterli. Sarà una sfida emozionante».
Tre delle eventuali cinque partite l'Oregon le giocherà in casa. «Ma il fattore - puntualizza Sacripanti - non conterà più di tanto. Abbiamo imparato a vincere anche lontano dal Pianella». La strategia di guerra per far colare a picco Siena, il coach canturino l'ha messa a punto in tre settimane: «Sarà un duello molto tattico. Non dovremo farci sopraffare da un eccesso di agonismo, dalla voglia di strafare. Calma, pazienza, lucidità saranno le nostre armi vincenti. E soprattutto l'unità del gruppo e il gioco di squadra». E per conservare la compattezza del collettivo, Cantù in questa stagione non ha fatto nessun cambiamento in corsa. Sacripanti ha pilotato la stessa squadra che lui ha costruito in estate. Senza ritocchi, senza rinforzi. L'allenatore dell'anno crede in quel gruppo di americani che ha riportato Cantù al vertice.
Paolo Marelli
Fonte: Il Giorno