Parlando a Mattia Zanardo su “Il Gazzettino – Treviso” e Federico Bettuzzi sulla "Tribuna di Treviso", D’Angelo Harrison ha raccontato di avere sul proprio corpo ben 313 tatuaggi: “Rappresentano i momenti della mia vita e il giro del mondo che ho compiuto nella mia carriera: una palla da basket con le ali simboleggia tutti i paesi in cui ho giocato. Ne farò altri due e poi ho finito per sempre".
Quali sono le sensazioni sulla nuova NutriBullet in questo precampionato? “Si sta creando una buona intesa, ma senza dubbio possiamo crescere ancora. Il coach, giustamente, sta mettendo in campo i giocatori perché trovino da soli il proprio assetto. Nel ritiro in montagna siamo stati anche 16 ore al giorno insieme e questo naturalmente favorisce la conoscenza reciproca. Più saremo coesi più potremo arrivare a risultati importanti".
In squadra ci sono molti ragazzi giovani a cui Harrison può fare da mentore: “E' stato creato appositamente un mix tra giocatori più esperti e altri più giovani: chi ha più esperienza deve tramandare le buone pratiche ai giovani, questi ultimi con la loro energia e il loro entusiasmo trascinano anche noi, che siamo un po' più in là… nell'esperienza. A Domegge abbiamo vissuto insieme tutto il giorno: immagino non sia stato facile stare con me così tanto tempo per qualcuno di questi ragazzi (ride, ndr) ma questo è servito a familiarizzare".
Harrison si sta anche integrando bene nella città di Treviso: “Sto cercando di trovare la mia routine quotidiana. Mi sto abituando anche alla differenza di parlato con quella di Brindisi (altra risata, ndr). La città mi piace molto, abito in centro, c'è tutto quello che mi serve. Sono davvero contento ed emozionato per questa nuova esperienza".