È innegabile che qualcosa, in casa EA7 Emporio Armani Milano, con l’arrivo di Shabazz Napier sia cambiato. Dal momento in cui l’ex Zenit San Pietroburgo ha vestito la casacca dei campioni d’Italia questi hanno ritrovato maggior equilibrio, fluidità e fiducia, armi che, col progredire delle settimane, sono valse ai biancorossi l’accesso ai playoff da prima testa di serie e il vantaggio del fattore campo per tutta la postseason. Milano, così facendo, si è messa nelle condizioni migliori per andare a caccia del bis in campionato, l’unico obiettivo sul quale, al momento, Napier è pienamente focalizzato.
“Non penso troppo al futuro. Sono entusiasta di essere qui, pronto a giocare sempre di più nei playoff. Sono entusiasta di affrontare squadre importanti, stiamo facendo un ottimo lavoro” ha dichiarato a Cesare Milanti su Eurohoops.net il playmaker classe 1991 prima di riflettere su come egli abbia influenzato l’andamento dell’annata milanese.
“Credo mi sia stato dato troppo credito per l’inversione di rotta: questa squadra aveva talento anche prima che arrivassi io. L'unica cosa che ho fatto finora è stata giungere qui con la fiducia di uno che non aveva perso troppe partite. Quando si perdono un paio di gare qua e un paio là, la fiducia scompare. Io sono approdato qui entusiasta di poter giocare e credo che questa sia la cosa più importante che ho portato assieme alla comprensione del gioco. Ho fatto quello che era nelle mie possibilità, giocando con fiducia. Credo di essere arrivato in un momento in cui avevano bisogno di qualcuno che li facesse sentire sé stessi e gli desse fiducia. Ora speriamo di poter far nostro il campionato, sarà dura, abbiamo ancora diversi infortunati, ragazzi che entrano ed escono dalle rotazioni ma è emozionante giocare per qualcosa di importante a fine stagione”.
Lo scudetto è rimasto l’unico traguardo alla portata di Milano dopo che questa non è riuscita a qualificarsi per i playoff di Eurolega, competizione dove Napier non ha dubbi su chi sia stato l’avversario più difficile da fronteggiare: “Credo che Tavares, per il modo in cui è in grado di muoversi e per come è capace di contestare i tiri, scivolare in difesa e indurti a non tirare, sia il più grande game-changer che abbia mai visto, un uomo a cui mi sono sempre trovato a correre attorno. Quando abbiamo giocato contro il Real Madrid, quasi a fine della partita abbiamo forzato un cambio su di lui, sono andato in penetrazione e se non ci fosse stato questo gigante dietro di me avrei tirato. Invece ho tenuto vivo il palleggio con Brandon Davies che era sulla destra dopo aver bloccato assieme alla loro guardia, Yabusele che aiutava un po' e Voigtmann nell'angolo sinistro. Di solito in quelle situazioni tendo a penetrare. Ma ho pensato: “Se lo faccio, lui sarà lì”, così ho passato la palla a Johannes. La sua capacità di essere così alto, veloce e forte allo stesso tempo è sicuramente un elemento che cambia le carte in tavola”.