Rassegna Stampa

UNAHOTELS Reggio Emilia, capitan Cinciarini e la salvezza raggiunta: "Io e coach Sakota abbiamo fatto un patto di ferro davanti a una birra e non siamo retrocessi"

Il playmaker italiano è stato intervistato sul "Corriere dello Sport"

Andrea Cinciarini

Parlando a Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport” dopo la salvezza raggiunta con la sua UNAHOTELS Reggio Emilia, Andrea Cinciarini ha sottolineato quale sia il gusto per lui nel metter in ritmo i compagni e distribuire assist: “Il mio motto è che un assist fa felice due persone. In Italia ormai c'è un sovraffollamento di combo, le guardie che amano tenere palla in mano e pensano più a realizzare che a far girare la squadra. Io sono tradizionalista, un play vecchia scuola che pensa prima ai compagni e poi a sé stesso. E a 37 anni non ho finito di imparare. Guardo partite, video, mi documento perché mi piace crescere ancora. Lo faccio sorridendo in campo perché giocare a basket è bello”.

Questa salvezza raggiunta è stato quasi un miracolo sportivo: “Non riesco nemmeno a ricordare quanto volte in questo campionato ci hanno dato per spacciati. Io però entravo nello spogliatoio e quando vedevo qualcuno abbattuto dicevo che potevamo e dovevamo farcela. La stagione era nata con ben altre prospettive. Il ritorno al Palazzo di Reggio Emilia, la voglia di fare meglio dell'anno prima con Caja quando avevamo giocato i playoff. Poi tutto ha girato per il verso sbagliato. Abbiamo cambiato giocatori e coach. E a un certo punto la classifica ci dava ultimi e condannati. Poi è successo che una sera Sakota e io ci siamo visti per una birra. L'ho guardato e gli ho detto: coach io non sono mai retrocesso e non voglio farlo ora da capitano. Lui mi ha risposto: sai Andrea nemmeno io sono mai retrocesso e non succederà nemmeno ora. Un patto di ferro che abbiamo rispettato”.

Nonostante abbia quasi 37 anni, Cinciarini non pensa ancora al suo futuro lontano dal parquet: “Di giocare ho ancora un gran voglia e visto che il fisico mi sostiene è ancora lontano il giorno dell'addio. Ora parlare di futuro è prematuro, anche se ho ancora un anno di contratto con Reggio Emilia. L'esigenza primaria è staccare la spina dopo tutte le traversie di quest'anno. Quando smetterò, però, farò l'allenatore, su questo non ci piove. Intanto questa estate sarò a Bormio per il corso nazionale".

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