Intervistato su una serie di quotidiani bolognesi e su "Tuttosport", Daniel Hackett ha sottolineato l’importanza della vittoria di domenica contro la Virtus Segafredo: “È una bella iniezione di fiducia ma non farei grossi salti di gioia, resta ima gara di regular season, quelle che contano saranno più avanti”.
La testa è all’obiettivo Scudetto: “Dovremo combattere per provare a riprenderlo. Dopo mille partite vuoi essere su quel podio a giugno, lo vogliono tutti dalla società ai tifosi a noi giocatori: bisogna rimboccarsi le maniche per esserci quando conta”.
L’ex CSKA traccia poi un bilancio fino ad oggi dell’annata sportiva bianconera: “Al momento darei un 7-- alla nostra stagione. I due meno solo per la Coppa Italia e qualche strafalcione in Eurolega, il 7 perché comunque siamo degli esordienti in Eurolega, abbiamo vinto la Supercoppa e al momento siamo primi in campionato. Una pacca sulla spalla possiamo darcela”.
Cosa è mancato alla Segafredo per agguantare realisticamente i playoff di Eurolega? “La continuità nel gioco per proporre una pallacanestro all'altezza delle squadre di prima fascia, frenati anche dagli infortuni. La caparbietà per andare a prendere quelle 2-3 partite che ci sono sfuggite di mano e oggi ci avrebbero tenuto lì attorno al settimo-ottavo posto”.
Secondo Hackett la Virtus si sta meritando una wild-card di riconferma: “Assolutamente sì, è stato fatto un lavoro di grande qualità, credo che la Virtus abbia tutto per stare in Eurolega, anche se di mezzo c'è la politica e io non so come valuteranno”.
Il 9 marzo 2022 è iniziata la sua avventura bolognese. Come si trova il play italiano a Bologna? “Vivo nella zona dei Giardini Margherita, è una città stupenda per la famiglia, di giusta grandezza a vivibilità, con una cultura culinaria stellare. La passione di Basketcity poi e qualcosa che emoziona e ho anche avuto la fortuna di giocare un derby. Ero un po' preoccupato per le mie radici pesaresi e il mio passato, ma spero che i tifosi apprezzino come scendo in campo sbattendomi per la maglia”.
Infine, un commento su Teodosic e sulla fortuna di averlo come compagno di squadra: “Mette quasi in soggezione il suo talento, ti incanta, ci sarebbe da fare un film su di lui e studiarlo. Un giocatore unico, di carisma e leadership, odia perdere, un agonista di altissima qualità come ne ho visti pochi in carriera. Quello che fa è difficile da insegnare, è custodito nella sua immaginazione e nei suoi polpastrelli, ha dato e sta dando tanto ai giovani come Mannion e Pajola ma anche a me. Ci rende tutti giocatori migliori”.