Intervistato da Fabrizio Fabbri sul “Corriere dello Sport”, Diego Flaccadori ha raccontato dell’ennesima esperienza in Nazionale che si appresta a vivere questa sera: “Per me ogni convocazione regala un brivido enorme. Da quando sono rientrato in patria dal Bayern Monaco sono ricominciate le chiamate in azzurro. Ho partecipato a raduni e sono arrivato ai fatidici giorni dei tagli. Non andare avanti non mi ha depresso; anzi, mi ha dato motivazioni maggiori per crescere ancora”.
Flaccadori ha quindi identificato la sua posizione preferita sul parquet: “Playmaker. Il processo è ultimato, anche se devo ammettere che quando gioco con il club assieme a Spagnolo o in Nazionale al fianco di Spissu, Pajola o Mannion, tornare alle mie origini di guardia non dispiace”.
È quindi questa la versione più matura del giocatore Flaccadori? “Spazi per miglioramenti ci sono sempre. Io ho ora la consapevolezza di ciò che sono diventato come giocatore ma soprattutto di ciò che la squadra si aspetta da me. Mi sento leader dentro il roster di Trento e mi piace caricarmi di questa responsabilità”.
La Dolomiti Energia non può comunque essere considerata una comfort zone per la sua carriera: “No, Trento è un posto dove sono cresciuto e mi sono affermato. Però, non mi pongo limiti. Mi piace puntare sempre in alto e con l'Aquila ho giocato anche per vincere lo scudetto”.