Intervistato da Elisabetta Ferri sul “Corriere dello Sport” dopo la prestazione da 18 assist distribuiti (eguagliato il record assoluto) contro Trento, Andrea Cinciarini ha dichiarato: “La prossima volta mi tocca distribuirne una ventina per fare meglio. Ma il momento che ricorderò per sempre è quello dell'8 febbraio in casa, quando ho servito l'assist che mi ha consentito di superare un mito come Pozzecco. Sono consapevole di non avere il genio di Teodosic o Rodriguez, che inventano lì per lì delle magie. I miei assist sono frutto di uno studio approfondito dei miei compagni che faccio in ritiro: guardo come e dove tirano nelle sessioni finali. Sono un computer, immagazzino informazioni che poi mi tornano utili. E sono razionale: a scuola la materia che preferivo era matematica”.
Nonostante i 36 anni già compiuti, Cinciarini guarda avanti e non sente alcun acciacco fisico: “Non mi pesa, mi sento come l'anno scorso. Anche la mia forma fisica è frutto di un metodo che rispetto meticolosamente: pure d'estate mi alleno sei giorni su sette. Mi segue un preparatore che ormai è un fratello, Giustino Deanesi, e in vacanza il posto lo scelgo io perché ci devono essere sempre una piscina, una palestra attrezzata e un campetto. Poi è importante l'alimentazione, riposare, dormire bene. Faccio anche crioterapia. Ma più di tutto è la testa che comanda”.
Nel post-carriera, Cinciarini sa già quale sarà il suo futuro: “L'allenatore. Il computer che è in me ha già iniziato a studiare come lavorano i vari coach”.