Intervistato da Cosimo Cito su “La Repubblica”, Andrea Cinciarini ha parlato del suo record degli assist e della telefonata del ct Pozzecco arrivata prima del superamento del primato: “Sì, mi aveva chiamato al mattino, prima della partita. Gli giravano, mi ha detto, in pieno stile Poz, un po' serio, un po' no. Superare un mito del basket italiano come lui è una cosa esagerata”.
A proposito di Pozzecco, Cinciarini non schiude totalmente le porte all’Italbasket: “In azzurro ci sono già Pajola, Mannion, Spissu, e Spagnolo, che è giovanissimo e ha il futuro assicurato. È giusto alla mia età lasciare spazio alle nuove leve. Spero che la Nazionale dia continuità negli ottimi risultati degli ultimi anni. Resto a disposizione, non direi mai di no all'Italia”.
Come si diventa un uomo-assist di questo livello? “Il segreto, per me, è lo studio. Dei miei compagni, e questo avviene soprattutto in estate, all'inizio del ritiro. E degli avversari, a poche ore da ogni partita. Il resto è istinto, il colpo d'occhio: tutto si realizza in un millesimo di secondo. I geni, come Teodosio o il Chacho Rodriguez, sono visionari dell'assist. Io mi reputo un ottimo studioso del gesto”.
Cinciarini ha dei modelli specifici che lo hanno ispirato: “Uno di loro è stato mio compagno di stanza. Sasha Djordjevic, a Pesaro, io ero nella juniores, lui era già ima leggenda. Ci sentiamo ancora, è una testa superiore. Ho ammirato molto Chris Paul, Diamantidis, Papaloukas”.
Anche il figlio Alessandro sembra già indirizzato al basket: “Mi piacerebbe, naturalmente, e già ha il suo canestrino a casa. Ma dovrà fare ciò che lo diverte, ciò che lo fa sentire felice. E questo vale anche per me: smetterò nel momento in cui non sentirò più il fuoco dentro, quando andare in palestra inizierà a pesarmi”.
Una volta finita la carriera da giocatore, Cinciarini ha già una prerogativa per il post-carriera: “Mi piacerebbe allenare. Se un play è il braccio destro dell'allenatore in campo, sarà un'evoluzione naturale sedere in panchina e restituire quello che ho imparato. Studio già gli altri allenatori, li guardo in tv, mi piace osservarli, vedere come si muovono, come intervengono sulla squadra nei momenti importanti delle partite. Sarà una nuova enorme sfida”.