Intervistato da Enrico Schiavina sul “Corriere del Veneto – TV”, Alessandro Zanelli ha parlato di quanto sia stato importante il successo contro l’Umana Reyer Venezia: “È stata un'escalation, fino al derby con la Reyer che era la partita più sentita. Tutto bellissimo, esaltante, poi a mente fredda dico che siamo solo usciti dalla crisi e la strada resta lunga. Ma intanto abbiamo fatto il pieno di fiducia. E il nostro pubblico fa la differenza”.
Zanelli ha anche parlato di Banks, suo compagno anche allora all’Happy Casa: “Lui è sempre quello dei tempi di Brindisi. Forse più tranquillo, più consapevole della sua forza. Io e lui siamo molto allineati. Poi è un professionista esemplare e i suoi 37 anni sono una risorsa”.
Appena tornato a Treviso, Zanelli è stato subito nominato capitano: “Per me ha un grande significato. Sono a casa, ci sono i miei amici di quando ero piccolo e la mia famiglia a due passi: è un onore e un onere, ma mi ritengo molto fortunato. Vengo dalla gavetta, ho girato l'Italia e non lo dimentico. Mai avrei pensato di dover un giorno rappresentare Treviso. Sento la responsabilità di doverlo meritare”.
Il numero 6 della NutriBullet arriva dalle giovanili della Benetton: “Tempi diversi, mondi diversissimi. Ma un filo conduttore resta, e Treviso la sento più che mai casa mia. Anche perché ho vissuto la parte finale di quell'epopea, prima da tifoso e poi da giocatore. Ho fatto qualche presenza a referto, senza mai entrare, avevo 18-19 anni e l'allenatore era Repesa, che ritroviamo domenica a Pesaro. Dodici anni dopo, il capitano di Treviso sono io: certo che mi fa effetto”.