In una lunga intervista concessa a Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano”, Davide Alviti ha parlato della sua esperienza all’EA7 Emporio Armani Milano: “Sto crescendo. La prima cosa che mi ha colpito quando sono arrivato in questo club, ormai un anno e mezzo fa, è la voglia di tutti di migliorare e, se guardo indietro a com'ero prima di venire all'Olimpia, mi sento più forte in molti dettagli tecnici, nel fìsico e anche come persona. Vivi immerso in un ambiente con tanti campioni, tante leggende e tantissime brave persone. Inevitabilmente questo ti fa crescere in campo e fuori”.
Come giocatore, Alviti esige molto da se stesso: “Sono un tipo particolare che tende sempre a vedere il lato negativo anche quando ho fatto delle cose bene. L'autocritica spietata mi è naturale fin da quando ho iniziato a giocare, sono molto esigente con me stesso. E quando guardo al futuro penso che arriverò dove voglio ma sempre facendo piccoli passi, con grinta e grande sacrifìcio. E con la disciplina senza la quale non si va da nessuna parte”.
Alviti ha poi deciso di iscriversi all’università alla facoltà di Scienze dell’Alimentazione e della Gastronomia: “Se tutto va bene, chiuderò dicembre con 7 esami fatti sui 10 del primo anno. Sto sostenendone alcuni in questi giorni, non è semplice ma non avrei immaginato di poter essere a questo punto, soprattutto dopo anni in cui avevo smesso di studiare per dedicarmi completamente al basket. Più del risultato, la cosa fondamentale è aver acquisito la consapevolezza di riuscire a giocare e studiare contemporaneamente anche se l'impegno, la concentrazione mentale che ti viene richiesta all'Olimpia è molto alta e completamente diversa da quella dell'università. Molte volte, magari dopo un allenamento andato male, avresti voglia di sbatterti sul divano a vedere la televisione o a leggere qualcosa invece di metterti a studiare. Ma anche lì devi trovare una grande motivazione. All'Olimpia abbiamo un calendario talmente ricco di partite e impegni che è diffìcile trovare spazio per se stessi”.