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La scheda – Kruize Pinkins, il jolly della Givova Scafati

L'americano è alla prima esperienza in Serie A dopo le avventure italiane nel campionato cadetto a Casale e Torino

La scheda – Kruize Pinkins, il jolly della Givova Scafati

Di Riccardo Crisci

Dopo ben 14 anni di attesa, a Scafati si è tornati a festeggiare per una promozione in Serie A.

Era infatti la stagione 2005-2006 quella che decretò il primo, storico, passaggio in massima serie per una società nata nel 1969, ma che solamente nel 2000 riuscì a issarsi fino alla Legadue, occupandone poi stabilmente le posizioni di vertice per tutte le 5 stagioni successive, sino al già citato accesso in Serie A senza nemmeno dover passare dai playoff.

La prima storica parentesi tra i professionisti durò due stagioni, ma in grado di regalare, soprattutto nel primo anno, parecchie soddisfazioni ai propri tifosi, e di portare in Italia alcuni giocatori che hanno infiammato gli animi di ogni appassionato presente nel nostro paese. Come non ricordare infatti una formazione che vide per la prima volta un Luigi Datome non ancora ventenne giocare da protagonista il suo primo vero campionato di A1, o come non citare il talentuoso portoricano Rick Apodaca o il potente esterno Anthony Carter proveniente dalla Nba ed in cui fece poi ritorno dall’anno successivo restandoci da protagonista fino a fine carriera (autore di un famoso assist tutto campo, in volo, a due mani, direttamente da rimbalzo difensivo, che prima di lui aveva fatto in Italia solamente il compianto Alphonso Ford), senza dimenticare l’esperto cecchino belga Dimitri “Doum” Lauwers. Una formazione in grado di conquistare il decimo posto e sfiorare i play off nella sua prima esperienza in massima serie, ma che purtroppo non fu in grado di ripetersi l’anno successivo, dovendo accettare il verdetto della retrocessione sul campo.

Quattordici anni dopo è nuovamente pronta ad affrontare il campionato di Serie A, e le firme di giocatori di spessore internazionale come Julyan Stone (due Scudetti e una Coppa Italia da trascinatore in maglia Umana Reyer Venezia), Doron Lamb (oltre 100 gare giocate in Nba, ormai un esperto di basket europeo), Myke Henry (ala statunitense dall’incredibile atletismo con esperienza in Nba e visto in maglia Trieste) e Trevor Thompson (intrigante lungo classe ‘94 di 213 cm, fermo ora per un piccolo infortunio al polso) dimostrano quanto le idee sian molto chiare sul livello di maturità necessaria che una neo promossa deve avere in dote per esser pronta all’impatto competitivo di uno dei principali tornei nazionali del vecchio continente. Il reparto italiano è costituito da Quirino De Laurentis, Aristide Landi, Diego Monaldi, Iris Ikangi, e naturalmente capitan Riccardo Rossato.

Ed infine lui, Kruize Pinkins, classe 1993, lungo moderno se ce n’è uno di 201 cm in grado di giocare anche da ala grande grazie alla sua mobilità, rapidità di piedi, e capacità di aprire il campo.

 

Dopo il primo biennio a Chipola College, trascorre gli ultimi due anni all’ateneo di San Francisco, in Division I, lo stesso in cui militò un certo Bill Russell, che decidono di dargli una chance al massimo livello per college americani.

Una volta terminata l’esperienza universitaria, sbarca in Germania in seconda serie (Hanau), affronta la prima esperienza da professionista sempre in terra teutonica due anni dopo (Mitteldeutscher B.C.), ma è dalla stagione successiva che inizia a farsi notare per davvero in Europa.

Siamo alle porte della stagione 2018-2019, la quarta per Kruize da quando ha ormai lasciato il college, quando la Junior Casale decide di affidargli il ruolo di centro titolare: una fiducia che ripaga chiudendo l’anno in doppia cifra di media a quota 16,9 punti e 10,3 rimbalzi, impreziositi da oltre 2 di assist nelle 32 partite che disputa in Monferrato rivelandosi uno dei giocatori più determinanti del campionato.

Su di lui si fionda così l’ambiziosa Torino che punta alla promozione diretta dopo il fallimento della storica Auxilium. Vi trascorrerà le successive due stagioni divenendo uno dei beniamini indiscussi dei tifosi grazie alla sua grande attitudine mentale e la capacità soprattutto di mostrarsi uomo squadra imprescindibile al di là del contributo tecnico, producendo sempre cifre importanti (12,3 punti, 6,5 rimbalzi e 1,2 assist di media in 40 gare, play off compresi, nel secondo anno) e confermandosi come uno dei giocatori con maggior impatto della Legadue; la tanto sperata (e sudata) promozione, tuttavia, non arriva.

Ormai è chiaro a tutti che la seconda serie gli stia un po’ stretta, ma nessuna formazione di A decide di concedergli una chance al piano superiore.

 

Si fa avanti il Limoges, storica formazione francese di cui riveste il ruolo di capo allenatore Massimo Cancellieri, il quale conosce bene Kruize Pinkins avendoci giocato contro per ben due anni quando sedeva sulla panchina del Basket Ravenna. Disputa l’intera stagione producendo 5.6 punti e 3.1 rimbalzi di media in quasi 15 minuti di media uscendo dalla panchina; ma quel che conta maggiormente è che Pinkins dimostra di poter competere in un campionato di livello (ed atletico) come la Pro-A francese, convincendo al termine della stagione lo staff tecnico di Scafati e soprattutto coach Alessandro Rossi a riportarlo in Italia questa volta in Serie A.

14 anni sono stati necessari a Scafati per riabbracciare il massimo campionato italiano, e ben 7 a Kruize Pinkins per coronare il sogno di poter finalmente misurarsi ad un livello competitivo a cui, forse, aveva già dimostrato di poter appartenere. Alla Givova, vedremo l’americano molto spesso accanto al connazionale Trevor Thompson, con il compito di aprire il campo e sparare da tre punti catch and shoot, situazione in cui ha viaggiato attorno al 36-37% in carriera (l’ultima annata a Limoges, tuttavia, questo dato è calato al 29.3% di realizzazione). Per questo motivo, Pinkins giocherà molti pick and pop con Julyan Stone e Doron Lamb, lasciando così l’area libera per l’atletismo di Thompson. Ma l’estrema versatilità del nuovo numero 12 gialloblu può offrire a coach Rossi la possibilità di chiudere le partite con lui da centro tattico e utilizzare magari Ikangi come ennesima ala dinamica pericolosa da dentro e fuori dall’arco.

La metà campo in cui Kruise dovrà mettere in mostra tutte le proprie abilità è la difesa. La lunghezza delle braccia, i 201 cm di altezza e l’ottimo mix di esplosività verticale e mobilità laterale saranno armi potenzialmente decisivi sui cambi difensivi in una squadra già con super atleti come Stone, Ikangi, Thompson ed Henry. In generale, la possibilità di marcare potenzialmente cinque ruoli fa di Pinkins il jolly da tutti i punti di vista di cui la Givova ha bisogno. Sarà interessante vedere alla prova l’americano anche dal post in 1vs1, aspetto sul quale sta migliorando e su cui dovrà dimostrare di aver fatto quel passo in avanti necessario per la Serie A.

Una cosa comunque è certa per entrambi: le motivazioni sono alle stelle. Givova Scafati e Kruize Pinkins, the time is now.

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