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Il c.t. Pozzecco e le ambizioni degli Azzurri: “L'Italia nel calcio e nel basket dà il meglio quando è outsider. Ma non accetto di dire che siamo inferiori ad altre squadre”

L’allenatore dell’Italbasket ha concesso una lunga intervista sul settimanale “Sette”

Il c.t. Pozzecco e le ambizioni degli Azzurri: “L'Italia nel calcio e nel basket dà il meglio quando è outsider. Ma non accetto di dire che siamo inferiori ad altre squadre”

In vista del debutto ad EuroBasket 2022, il c.t. della Nazionale Italiana Gianmarco Pozzecco ha rilasciato una lunga intervista a Flavio Vanetti sul settimanale “Sette”, partendo dal fatto che tra due settimane festeggerà i 50 anni: “Nei ritagli di tempo con la nazionale ho giocato a padel e mi sono fatto male. Il dottore mi ha detto: “Il cervello pensa che tu abbia ancora 20 anni, ma i muscoli spiegano che non è così”. Mi pesa? Sì, sono entrato nella stagione delle rinunce forzate: nel mio caso il basket, sostituito appunto con il padel”.

Il Poz sceglie anche un’immagine di lui da piccolo: “Un bambino con un pallone in mano e con la bici, in campeggio in Croazia. Siste­mavo la palla sul portapacchi posteriore, fermandola con una molla, andavo da mio fratello e gli chiedevo se venisse a giocare. A volte veniva, a volte no. Quando non veniva andavo da solo, magari sotto il sole in­fernale di agosto. Mi ritrovavo su un campo di cemento, unico fesso che al mare faceva quelle cose. E sapete che cosa odiavo? Non il caldo, né il cemento, né che non ci fossero amici. Odiavo il fatto che a volte il canestro fosse senza retina. Non sto bene? Probabil­mente è vero, ma se lo trovavo così mettevo dei fili per sistemarlo: un canestro senza reti­na non può esistere”.

Come si autodefinisce il Pozzecco commissario tecnico? “Il nuovo ruolo enfatizza certi scenari. Ad esempio, dopo essere stato penalizzato ed escluso dall'azzurro, nessuno può avere più rispetto di me nel mandare via qualcuno”.

E ora cosa farà la sua Italia in questo EuroBasket? “L'Italia nel calcio e nel basket dà il meglio quando è outsider: 1982, primi al Mondiale di calcio dopo i noti casini; 2006, bis in Ger­mania dopo Calciopoli; 2003, bronzo euro­peo nel basket con una delle nostre squadre più deboli; 2004, argento olimpico con un gruppo di ‘scappati da casa’. Però non seguo la forma mentis italiana, secondo cui se sei outsider sei anche più scarso. Non potrei mai accettare di dire che siamo inferiori agli altri”.

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