Gigi Datome, intervistato da Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano”, ha parlato della possibilità di tornare a vincere lo Scudetto, un titolo che manca dalla sua bacheca dal 2004 con Siena: “L'obbiettivo è quello di vincerlo, più passano gli anni più mi sento felice, fortunato e orgoglioso di giocare sempre in squadre che lottano per il titolo. Ma quando guardo quelli anche molto più bravi di me, mi rendo conto che si sottolinei sempre quello che gli manca: la quinta Olimpiade, la deci ma finale del Roland Garros... Io ogni trofeo me lo gioco come se fosse l'ultimo, mi godo questa finale con la Virtus perché sarà bellissima per il blasone delle società, la forza dei giocatori, il prestigio degli allenatori. Banalmente, vincere sarebbe ancora più bello”.
Ci sono ancora le scorie dello 0-4 della scorsa stagione? “È passato un anno, sono cambiate le squadre. Non ho mai pensato che un giocatore vada in campo condizionato dai fantasmi del passato. Mi auguro che quella esperienza abbia lasciato anche qualcosa di positivo, nel senso di orgoglio ferito che diventi una motivazione in più per fare molto meglio dell'anno scorso. Forse per la prima volta non siamo favoriti, ma, anche qui, non credo che a un giocatore in campo interessi se lo è o no. La Virtus è campione in carica, ha fatto innesti importanti ma noi dobbiamo pensare a noi stessi. Aver chiuso con due 3-0 le serie di playoff ci ha aiutato a recuperare freschezza, stiamo bene e ora dobbiamo essere pronti, concentrati e sicuri dei nostri mezzi”.
Un’ipotetica sconfitta potrebbe mettere in discussione il futuro dei veterani dell’Olimpia? “In un mondo ideale non dovrebbe, ma siamo impregnati in una cultura basata sul risultato. Per cui potrebbe succedere qualsiasi cosa. Però sono diventato Zen, do sempre il meglio di me e, alla fine, avrò il cuore in pace per aver fatto tutto il possibile per la squadra e affronterò il futuro con la massima serenità. Orgoglioso della dedizione e dell'impegno nel lavoro che tutti noi all'Armani abbiamo messo dal primo giorno a oggi”.