Matteo Chillo della Nutribullet Treviso è stato intervistato da Silvano Focarelli sulla “Tribuna di Treviso”, lasciando ancora tutto in discussione riguardo il proprio futuro: “Devo ancora parlare con la società, anche perchè mi sembra di capire che stia ancora decidendo come pianificare il futuro. Bisognerà attendere il cda del consorzio per capire le valutazioni che vorranno fare. Personalmente nella vita non mi precludo mai nulla, poi chiaramente bisognerà vedere le condizioni. Mi sembra di capire che con Nicola partirà un nuovo progetto".
Il rapporto con il nuovo coach è comunque buono: “Bene, mai avuto nessun tipo di problema. Io lo conoscevo da avversario, quando lui era a Forlì: una persona con cui parlare tranquillamente, che ti ascolta. Carattere energico, si vede che è sempre connesso con noi giocatori: certe dinamiche le può capire solo chi ha giocato. Quando è arrivato era un momento particolare, c'era l'emergenza e bisognava trovarsi bene per forza, c'era il rischio che si inceppasse tutto e questo non avrebbe giovato a nessuno. Nel momento difficile è meglio stare compatti e uniti ed andare avanti. E comunque qualcosa in noi doveva scattare per forza, altrimenti si retrocedeva. Ed anche la dirigenza ci aveva fatto capire: "Ohè ragazzi, adesso qui non si scherza più, gli alibi sono finiti". E quindi la squadra ha detto: sarà meglio che ne veniamo fuori tutti assieme altrimenti è un casino. Doveva scattare qualcosa ed è scattato”.
Infine, Chillo ha cercato di determinare i motivi per cui con coach Menetti i risultati non sono più arrivati in questa stagione: “Quando le cose vanno bene e sei in forma, come all'inizio della stagione, non c'è mai problema, è quando iniziano ad andare male, quando certi pilastri della squadra non rendono più come prima, che entri nel tunnel e ti sembra di non uscirne più. Insomma, è il periodo down, dove vedi tutto negativo. Che per noi oltretutto, per vari motivi, è durato parecchio. A quel punto ti parte il fattore mentale, ti viene il dubbio che tu non sappia più fare nulla di buono ed inizia l'effetto domino. Da qui diventa necessario il cambio: i risultati poi hanno detto che è stato opportuno. È andata bene”.
