In vista del match di domenica contro la Carpegna Prosciutto Pesaro, la stellina della Vanoli Cremona, Matteo Spagnolo, è stato intervistato da Elisabetta Ferri per “Il Resto del Carlino – Pesaro”, ripercorrendo tutte le sue origini e i tanti maestri già incontrati durante la carriera: "Sono cresciuto andando a vedere l'Enel Brindisi, la mia squadra del cuore, e poi anche mio papà che giocava in serie C. Per me il basket, sin da bambino, è stato sempre e solo divertimento, senza pensieri di dove sarei potuto arrivare. Davo libero sfogo alla passione, ma con tanta dedizione. Tutti mi hanno lasciato qualcosa: Rosaria Balsamo è stata la mia prima allenatrice a Brindisi, poi ho avuto Gianfranco Mellone alla Mens Sana Mesagne. Quindi sono stato reclutato dalla Stella Azzurra Roma dove ho trovato Germano D'Arcangeli e infine Pablo Laso in Spagna. Ora lavoro bene con coach Paolo Galbiati”.
Nonostante abbia solo 18 anni la sfrontatezza non gli manca: “Sono sempre stato un ragazzino coraggioso, mi piacevano le sfide. Andare a Madrid a 15 anni lo è stato, ma ho pensato di più a quanto sarebbe stato bello imparare un'altra lingua, vivere in una capitale estera, giocare in un club con quella storia. La cosa più importante per un giocatore è la consapevolezza nei propri mezzi e questa viene dal lavoro quotidiano".
C’è un fondamentale sul parquet che apprezza maggiormente, nonostante il repertorio sia già vastissimo ed è “il palleggio arresto e tiro. Ma anche distribuire assist e mettere in ritmo la squadra”.