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Oregon prepara la sfida alla Benetton

Cantù ha ripreso gli allenamenti in vista del big match con Treviso

CANTU’ – E’ cominciata la settimana che porterà al big match della 16esima giornata del girone di ritorno fra la sorpresa del campionato Oregon Scientific Cantù e la capolista Benetton Treviso. I biancoblù, dopo aver beneficiato di tre giorni di riposo a seguito della vittoria interna contro Fabriano, sono tornati ad allenarsi agli ordini di coach Stefano Sacripanti.
L’obiettivo è quello di preparare meticolosamente la gara di sabato (ore 17.10) che, a questo punto, si potrebbe rivelare di fondamentale importanza per i canturini. Siena, infatti, la diretta rivale per il quarto posto, giocherà in casa contro la Muller Verona una gara dal pronostico scontato.
Molto più impegnativo il compito dei brianzoli che, contro la Benetton Treviso dovranno mettere sul campo tutte le loro forze e le loro capacità per provare a portare a casa due punti. I biancoverdi giocano infatti un basket spettacolare. Sono la squadra più prolifica della Serie A (94 punti segnati di media) e ciò lo devono soprattutto alle grandi accelerazioni del loro playmaker Tyus Edney, folletto californiano richiamato in estate alla Ghirada dopo una stagione nella NBA, che sa far volare l’attacco trevigiano.
La caratteristica principale degli uomini di coach Mike D’Antoni è però la pericolosità offensiva di tutti gli effettivi. A parte Marconato e Pittis, tutti i giocatori a disposizione del coach italo-americano possono portare i propri difensori lontano da canestro impensierendoli non poco. Garbajosa e Nicola, che spesso vengono impiegati insieme, vanno entrambi oltre il 40% di realizzazione da tre punti tirando più di 4 tiri a serata di media. La Benetton è la miglior squadra nel tiro pesante con il 42,4% e, collegata a questa caratteristica, c’è anche la grande pericolosità degli esterni che, oltre a colpire con estrema precisione da oltre l’arco, possono sfruttare grandi spazi per buttarsi in penetrazione grazie all’ottima spaziatura dei lunghi che, allargandosi, liberano spazi obbligando i propri difensori a fare una scelta: o aiutare con il rischio di subire lo scarico per un tiro pesante di un lungo, o provare a contenere le sfuriate dei piccoli.
Insomma, delle “grandi”, la Benetton è decisamente la squadra più atipica, quella che gioca un basket leggermente diverso da quello che è lo standard delle “big”.
Con la Scavolini ha sofferto, rischiando addirittura per due volte di capitolare al termine del tempo supplementare, però alla fine ha vinto e lo ha fatto rimontando 13 punti in 3’ di gioco grazie proprio alle conclusioni da tre punti.
D’Antoni sembra essere già riuscito nell’impresa di inserire in un telaio collaudato un asso come lo statunitense Charlie Bell, giocatore di grande solidità difensiva che, finora, ha saputo far vedere anche grandi doti di attaccante, soprattutto da oltre l’arco. Un altro osso duro per il biancoblù Thornton che, quando non vedrà lui di fronte si troverà Chikalkin. Chi è meno difficile da marcare non lo sappiamo proprio. Sabato ce lo dirà Bootsy!
Simone Giofrè
Fonte: La Provincia
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