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Un pezzo di storia targato Varese

Da Bob Morse a Pozzecco

PESARO – Dici “Metis" e il sismografo delle emozioni resta piatto. Ma se provi a dire “Ignis", beh allora il “pennino" prende ad agitarsi freneticamente sul foglio della memoria non solo di quanti hanno vissuto direttamente gli anni d’oro del basket varesino, ma anche di chi è cresciuto cestisticamente all’ombra di quella leggenda. Gli anni Sessanta e Settanta sono dominati dallo squadrone di Vittorio Tracuzzi, Aza Nikolic e Sandro Gamba: nove titoli italiani dal ’61 al ’78, per poi aggiungere il decimo tre anni fa. E dopo Ignis Mobilgirgi, Emerson, Turisanda, Cagiva, Star, Ciaocrem, Divarese... fino ai Roosters e appunto all’attuale Metis: un balletto di “etichette" aziendali al quale, se non la passione e la disponibilità degli imprenditori lombardi, è mancata negli ultimi vent’anni l’inossidabile fedeltà di uno sponsor come Scavolini. E’ sempre un onore quando si può ospitare al BPA Palas un pezzo di storia di questo sport. Da Bob Morse a Pozzecco di acqua ne è passata sotto i ponti, eppure Varese ha sempre saputo proporre campioni in grado di accendere la fantasia degli sportivi, anche al di là del recinto cestistico. Spesso, con queste “primedonne", ha avuto un rapporto difficile e conflittuale. Per esempio adesso con il “Poz", che prima di infortunarsi minacciava di andarsene asserendo di non avere la fiducia del nuovo allenatore Beugnot, succeduto in panchina a Sacco e a Colombo. Prima il subitaneo licenziamento del coach pesarese, che era stato invece chiamato per “ricostruire con calma" (sic) la pallacanestro varesina. Poi il divorzio con DeMarco Johnson, acclamato all’inizio ma poi accusato di scarso impegno e pessima forma fisica, benché il “divino ciccione" fosse il miglior realizzatore e rimbalzista della Metis (oggi è il suo D-day: forza DMJ!). Infine, il clamoroso rilancio dell’altro ex pesarese Paolo Conti, che aveva addirittura appeso le scarpette al chiodo e durante i cinque mesi passati a lavorare in ufficio mai avrebbe immaginato di essere alla vigilia della stagione migliore della propria carriera cestistica (15 punti e 6 rimbalzi di media; 35 punti e 47 di valutazione una settimana fa contro Verona!).
E’ la gara numero 106 tra le due squadre: 65 volte ha vinto Varese, 40 Pesaro, che però in casa l’ha spuntata 32 volte su 52. Nel campionato ’66-67, in pieno predominio varesino sul basket italiano, l’Ignis rifilò 53 punti di scarto all’allora Butangas, mentre risale alla scorsa stagione il massimo vantaggio (+36) di una Scavolini che 12 anni fa, proprio contro la Ranger dell’unico “sopravvissuto" Cecco Vescovi, conquistava a Varese il suo secondo scudetto, con Scariolo in panchina e Costa & Magnifico (più Cook & Daye...) su quel magico parquet.
Giancarlo Iacchini
Fonte: Il Messaggero
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