Cambia qualcosa, per fortuna, sul fronte tecnico; non cambia nulla, e questo è un guaio, sul fronte societario. Riassunto degli ultimi giorni in casa Scaligera: dopo una lunga attesa Lino Lardo può finalmente contare su una rosa più ampia il che non dà ovviamente garanzie di salvezza ma almeno permette a chi ha ormai ha la lingua penzoloni di tirare un attimo il fiato e all'allenatore di variare le soluzioni tattiche. Le possibilità per raccogliere punti, sulla carta, sono poche (Imola, Fabriano e Udine in casa, forse Avellino fuori) però gli innesti di Nate Higgs e di Thomas Burrough aggiungono pericolosità in attacco e assicurano un maggiore equilibrio generale. Se questo sarà sufficiente lo valuteremo tra un mese, intanto è chiaro che il 60-70 per cento delle speranze di restare in A1 passa dal confronto interno con Imola di domenica 24.
Capitolo fallimento: il Panathlon cittadino e l'Asco decidono di organizzare congiuntamente un incontro (giovedì 14 marzo) per discutere del futuro del basket veronese e invitano a parlare Sandro Bordato e Giuseppe Vicenzi, vale a dire i leader dei due gruppi che potrebbero consentire al club gialloblù di evitare la scomparsa dopo il 30 giugno. I diretti interessati, contattati con largo anticipo, accettano ma martedì 12, quasi in extremis, Vicenzi annuncia di non poter partecipare al dibattito a causa di impegni di lavoro e chiede di fissare un'altra data (venerdì 22) per avere l'occasione di esprimere il proprio parere sull'argomento. Intanto parla Bordato, insieme al presidente della Federazione provinciale Roberto Leoni. Tutto a posto allora? Niente affatto, perché all'improvviso Vicenzi fa sapere di non essere disponibile nemmeno per la data che lui stesso aveva chiesto. Evidente dunque la volontà da parte del presidente onorario della Scaligera di evitare il confronto pubblico; ognuno è naturalmente libero di comportarsi come meglio crede, tuttavia l'aver scelto la via del silenzio contribuisce solo a ingenerare confusione e malignità in un momento in cui invece ci sarebbe bisogno della massima chiarezza da parte di tutti i protagonisti di questa logorante commedia.
Intanto Bordato riafferma, senza mezzi termini, la decisione di proseguire il tentativo di salvataggio lungo una strada suggestiva e impervia, quella della "public company". «Dal mio punto di vista - ha detto - il futuro passa da una alleanza tra la gente e le istituzioni e noi stiamo provando, con una formula innovativa, a realizzare questo progetto. Sia ben chiaro: non chiediamo soldi per conservare la A1 della Scaligera ma per aderire a un piano pluriennale che coinvolge l'intera città; il mantenimento della massima divisione in tale contesto rappresenta solo un effetto collaterale positivo, di trascinamento per una serie di azioni ad ampio respiro che dovrebbero chiamare in causa tutto il movimento cestistico veronese. Una città per lo sport, uno sport per la città: ecco il nostro slogan».
Il tema della public company continua in ogni caso a trovare ostacoli e resistenze di diversa natura: «E' una formula che ha ricevuto critiche - prosegue il vicepresidente di Assindustria - io rispondo che lo sport è stato gestito in passato sotto forma di mecenatismo e questo è sbagliato. Ci sono oggi le condizioni per cambiare rotta». Stato del rapporto con Giuseppe Vicenzi? «Ci sentiamo, ci vediamo, il dialogo esiste anche perché non possiamo trascurare la sua esperienza in materia. Sugli obiettivi da raggiungere siamo d'accordo, la differenza è nel metodo. Certo è abbastanza assurdo vedere andare avanti due cordate parallele. Non vorrei che alla fine arrivassimo entrambi ad un centimetro dal traguardo senza riuscire a superarlo, né noi né loro. Insieme ci si potrebbe aiutare, ma noi non snatureremo l'idea di partenza».
Bordato dunque procede con entusiasmo e qualche preoccupazione: i problemi non riguardano il domani (è in corso tra l'altro una trattativa avanzata con una multinazionale per una sponsorizzazione di durata triennale) bensì il passato. Per conservare il titolo sportivo occorre sanare i debiti nei confronti dei tesserati: per il presente gli stipendi sono assicurati grazie al contributo della Muller, per gli arretrati (da ottobre a febbraio) tutto è in alto mare. Si chiede in proposito un intervento delle banche ma la Popolare si è affrettata a chiarire che l'intervento per l'ingaggio di Higgs è di carattere straordinario, e, pur lasciando una porta aperta, per ora ha escluso un ulteriore appoggio a favore della Scaligera. Radio-fantabasket racconta intanto dei tentennamenti da parte degli istituti di credito locali a concedere un aiuto a Bordato per il timore di fare uno "sgarbo" a Vicenzi. . Pettegolezzi da bar, naturalmente. E nel frattempo il gruppo Bordato sostiene: «Vicenzi dovrebbe capire che passando dalla nostra parte farebbe un regalo alla città». Prossima tappa: il 12 aprile per la verifica, dinanzi al tribunale, dello stato passivo del club. Quel giorno, in pratica, si capirà con esattezza quanto serve per liquidare le pendenze in sospeso, uno snodo fondamentale che forse darà uno scossone decisivo a questa lenta ed estenuante partita.
Stefano Alfonsi
Capitolo fallimento: il Panathlon cittadino e l'Asco decidono di organizzare congiuntamente un incontro (giovedì 14 marzo) per discutere del futuro del basket veronese e invitano a parlare Sandro Bordato e Giuseppe Vicenzi, vale a dire i leader dei due gruppi che potrebbero consentire al club gialloblù di evitare la scomparsa dopo il 30 giugno. I diretti interessati, contattati con largo anticipo, accettano ma martedì 12, quasi in extremis, Vicenzi annuncia di non poter partecipare al dibattito a causa di impegni di lavoro e chiede di fissare un'altra data (venerdì 22) per avere l'occasione di esprimere il proprio parere sull'argomento. Intanto parla Bordato, insieme al presidente della Federazione provinciale Roberto Leoni. Tutto a posto allora? Niente affatto, perché all'improvviso Vicenzi fa sapere di non essere disponibile nemmeno per la data che lui stesso aveva chiesto. Evidente dunque la volontà da parte del presidente onorario della Scaligera di evitare il confronto pubblico; ognuno è naturalmente libero di comportarsi come meglio crede, tuttavia l'aver scelto la via del silenzio contribuisce solo a ingenerare confusione e malignità in un momento in cui invece ci sarebbe bisogno della massima chiarezza da parte di tutti i protagonisti di questa logorante commedia.
Intanto Bordato riafferma, senza mezzi termini, la decisione di proseguire il tentativo di salvataggio lungo una strada suggestiva e impervia, quella della "public company". «Dal mio punto di vista - ha detto - il futuro passa da una alleanza tra la gente e le istituzioni e noi stiamo provando, con una formula innovativa, a realizzare questo progetto. Sia ben chiaro: non chiediamo soldi per conservare la A1 della Scaligera ma per aderire a un piano pluriennale che coinvolge l'intera città; il mantenimento della massima divisione in tale contesto rappresenta solo un effetto collaterale positivo, di trascinamento per una serie di azioni ad ampio respiro che dovrebbero chiamare in causa tutto il movimento cestistico veronese. Una città per lo sport, uno sport per la città: ecco il nostro slogan».
Il tema della public company continua in ogni caso a trovare ostacoli e resistenze di diversa natura: «E' una formula che ha ricevuto critiche - prosegue il vicepresidente di Assindustria - io rispondo che lo sport è stato gestito in passato sotto forma di mecenatismo e questo è sbagliato. Ci sono oggi le condizioni per cambiare rotta». Stato del rapporto con Giuseppe Vicenzi? «Ci sentiamo, ci vediamo, il dialogo esiste anche perché non possiamo trascurare la sua esperienza in materia. Sugli obiettivi da raggiungere siamo d'accordo, la differenza è nel metodo. Certo è abbastanza assurdo vedere andare avanti due cordate parallele. Non vorrei che alla fine arrivassimo entrambi ad un centimetro dal traguardo senza riuscire a superarlo, né noi né loro. Insieme ci si potrebbe aiutare, ma noi non snatureremo l'idea di partenza».
Bordato dunque procede con entusiasmo e qualche preoccupazione: i problemi non riguardano il domani (è in corso tra l'altro una trattativa avanzata con una multinazionale per una sponsorizzazione di durata triennale) bensì il passato. Per conservare il titolo sportivo occorre sanare i debiti nei confronti dei tesserati: per il presente gli stipendi sono assicurati grazie al contributo della Muller, per gli arretrati (da ottobre a febbraio) tutto è in alto mare. Si chiede in proposito un intervento delle banche ma la Popolare si è affrettata a chiarire che l'intervento per l'ingaggio di Higgs è di carattere straordinario, e, pur lasciando una porta aperta, per ora ha escluso un ulteriore appoggio a favore della Scaligera. Radio-fantabasket racconta intanto dei tentennamenti da parte degli istituti di credito locali a concedere un aiuto a Bordato per il timore di fare uno "sgarbo" a Vicenzi. . Pettegolezzi da bar, naturalmente. E nel frattempo il gruppo Bordato sostiene: «Vicenzi dovrebbe capire che passando dalla nostra parte farebbe un regalo alla città». Prossima tappa: il 12 aprile per la verifica, dinanzi al tribunale, dello stato passivo del club. Quel giorno, in pratica, si capirà con esattezza quanto serve per liquidare le pendenze in sospeso, uno snodo fondamentale che forse darà uno scossone decisivo a questa lenta ed estenuante partita.
Stefano Alfonsi