La Madonnina scruta dall'alto l'interà città meneghina in attesa di veder passare l'ennesimo nuovo volto sotto l'ombra del Duomo. Questa volta il viso è familiare, ma per le vie di Milano non si era mai fatto notare perché il suo palcoscenico preferito è sempre stato il campo da basket. Nikola Mirotic approda nella capitale della moda dopo aver trascorso quattro stagioni con i colori blàugrana e aver conquistato ogni sorta di riconoscimento di squadra ed individuale, tranne uno: l'Eurolega. Alzare la coppa della competizione continentale più importante è un sogno condiviso dal giocatore di origine montenegrina, dalla proprietà e dalla tifoseria milanese. Il campionato italiano si arricchisce accogliendo così un'altra grande superstar della pallacanestro mondiale e coach Ettore Messina si ritrova con un ulteriore importante ingranaggio con l'obiettivo di portare a casa ogni singolo trofeo in palio. Per Mirotic si tratta della prima esperienza al di fuori della Spagna e degli Stati Uniti, dopo aver vestito le divise di Real Madrid, Palencia, Chicago Bulls, New Orleans Pelicans, Milwaukee Bucks e appunto quella del Barcellona.
Nikola nasce e cresce in Montenegro, per la precisione nella capitale Podgorica quando ancora si chiamava Titograd. Il ragazzo cresce con il mito del calcio, una passione per cui prova profondo interesse e che vorrebbe far diventare qualcosa di più, magari una professione. Nikola però non è come gli altri bambini, prende centimetri a vista d'occhio e in poco tempo ha l'aspetto di un adulto; la figura del nonno lo aiuta a scegliere una via alternativa a quella del calcio e lo battezza con una palla a spicchi arancione. Da quel momento c'è un'altra rete da stracciare ed è quella attaccata ad un ferro, quella che “suona” quando la palla viene infilata dentro. In pochi anni Mirotic è sulla bocca di tutti e nel 2005 è il Real Madrid a volerne plasmare il talento. Con la 'camiseta blànca' si fa conoscere prima in campo internazionale, dove vince per due stagioni consecutive il premio di Rising Star dell'Eurolega, poi in campo nazionale alzando i primi trofei con la compagine di Madrid. A giugno del 2011, gli Houston Rockets lo scelgono con la numero 23 prima di scambiarlo ai Minnesota Timberwolves ed infine ai Chicago Bulls, franchigia con cui inizierà il suo cammino a stelle e strisce solo tre stagioni dopo.
Dopo aver aggiunto alla propria bacheca nuovi trofei, il classe 1991 è pronto per il salto oltreoceano e il suo inizio con i Bulls è decisamente incoraggiante: termina secondo nella corsa al Rookie of the Year (premio di miglior matricola dell'anno) e viene selezionato per l'All-Rookie First Team con 10.2 punti e 4.9 rimbalzi di media giocando tutte le 82 partite del calendario. Una stagione straordinaria che si conclude con l'oro europeo vinto in Francia con la nazionale spagnola, la seconda medaglia prestigiosa del suo palmarés dopo quella ottenuta con la nazionale U20, dove finì anche per diventare l'MVP della competizione. In NBA diventa un ottimo giocatore di quintetto o in uscita dalla panchina, utile in ogni fase del gioco prendendosi responsabilità al tiro e a rimbalzo, mantenendo elevato il numero di minuti spesi sul parquet. A metà della stagione 2017-18, Nikola registra i dati migliori nei punti segnati a partita (16.8) e nelle percentuali (47.4% dal campo e 42.9% da tre); viene successivamente scambiato ai Pelicans e al fianco di Anthony Davis gioca la sua miglior post-season in carriera con 15.0 punti, 9.6 rimbalzi, 1.3 stoppate e 1.1 recuperi di media. L'anno successivo si divide tra New Orleans e Milwaukee; al termine dell'esperienza al fianco di Giannis Antetokounmpo, il montenegrino naturalizzato spagnolo sente il bisogno di tornare a casa.
Ad attenderlo c'è la Sagrada Familia, le lunghe 'ramblas' e un Palau Blaugrana in trepida attesa. Così il 6 luglio 2019, Nikola Mirotic è ufficialmente un nuovo giocatore del Barcellona e l'impatto sul campo non tarda ad arrivare. A fermare il classe 1991 è solo il Covid-19, in un'annata in cui segna 20 punti di media in Liga ACB e 19 in Eurolega, si porta a casa “solo” il premio di MVP del campionato, il secondo per lui dopo quello ottenuto nel 2013 e diventa il quinto giocatore nella storia della Liga ACB a vincere almeno due premi di miglior giocatore. Le successive tre stagioni con la squadra catalana lo rendono un simbolo, una leggenda per i tifosi e per il club che lo vede alzare due titoli nazionali, due premi di Finals MVP, due coppe del Re, un premio di MVP della coppa del Re e il premio di MVP dell'Eurolega. Un addio da vincente, tra gli applausi e le lacrime in vista di quella che sarebbe stata una nuova avventura; la fame di vincere che lo ha sempre contraddistinto fin da ragazzino lo ha portato in una piazza esigente, così il matrimonio tra Nikola Mirotic e l'Olimpia Milano ha avuto inizio dopo un lungo corteggiamento.
L'indubbia qualità di Mirotic lo porta ad essere un tassello fondamentale nella scacchiera di qualsiasi squadra, anche all'interno di una rosa già attrezzata per concorrere ai grandi obiettivi stagionali. Il giocatore montenegrino può essere impiegato in svariati ruoli sul parquet, ma verosimilmente potrebbe affiancarsi a Nicolò Melli in un quintetto che porterà uno di loro ad occupare lo spot di centro, lasciando agli esterni e al playmaker tante possibilità di spaziare lungo il campo. Con l'ingresso in campo di Hines o di Kamagate, lui stesso potrebbe prendere le redini del gioco offensivo trovando molteplici soluzioni dalla media distanza e da dietro l'arco; la sua duttilità rende complicata la vita ai difensori avversari - già messi in difficoltà dalla sua fisicità - andranno inoltre a gravitargli intorno raddoppiandolo, permettendogli però di servire i compagni liberi per tiri comodi. Sull'altra metà campo parliamo di un giocatore in grado di difendere sempre meglio anche su giocatori più rapidi e che sa aiutare i compagni con i raddoppi grazie alle lunghe braccia e ad un istinto da fuoriclasse assoluto. Coach Ettore Messina avrà a disposizione un elemento capace di garantirgli molteplici soluzioni in entrambe le fasi del gioco, oltre alla grande esperienza in campo nazionale ed internazionale nelle partite chiave.
Redazione: Overtime - Storie a Spicchi