Rassegna Stampa

Tezenis Verona, Bortolani si racconta: “Gli anni più belli quelli delle giovanili e dei pomeriggi al Palalido. Quello che importa al momento è salvarmi con Verona”

La guardia italiana si è aperta su “La Repubblica – Milano” e “Tuttosport”

Tezenis Verona, Bortolani si racconta: “Gli anni più belli quelli delle giovanili e dei pomeriggi al Palalido. Quello che importa al momento è salvarmi con Verona”

Raccontando la sua storia a Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano” e “Tuttosport”, Giordano Bortolani ha parlato delle sue radici: “Mio padre è milanese, la mamma siciliana. Mi hanno portato a Milano quando ho cominciato la scuola. Ho iniziato a giocare allo Schuster, di via Feltre, la stessa società di mio papà e dove anche il nonno dava una mano. Poi, a 11 anni, Stefano Bizzozero, che adesso è assistente in serie A, mi invitò ad un allenamento dell'Olimpia e sono cominciati gli anni più belli, quelli delle giovanili, dei pomeriggi al Palalido”.

Pur avendo solo 22 anni, Bortolani ha già cambiato sei squadre in cinque anni: “Continuare a cambiare non è il massimo. Non nego che qualche volta mi ha dato un po' fastidio. Un conto è il percorso naturale che uno deve fare per passare dalla A2 alla Serie A, ma se è la conseguenza di essere in prestito per molti anni, è difficile. Sto cominciando adesso ad entrare nei meccanismi di Verona, l'inizio è stato complicato. Dopo Brescia e Treviso, quest'anno avevamo scelto di giocare in Spagna, a Manresa, poi, anche per il mio carattere un po' impulsivo, non è andata e sono tornato in Italia. Non so cosa succederà l'anno prossimo, al momento quello che importa è salvarmi con Verona. Dovremo affrontare tanti scontri diretti, sarà diffìcile ma è alla nostra portata”.

Proprio la Tezenis, dopo aver salutato Manresa, “è stata la società che mi ha cercato e voluto. Che io sappia, è stata anche l'unica offerta concreta. L’ambientamento non è stato facile. Però oltre ai compagni, i coach e lo staff sono tutti ragazzi tranquilli che mi hanno voluto e mi hanno fatto sentire subito uno di loro, aiutandomi”.

In Spagna c’è un’idea di pallacanestro differente: “Si usano per difesa e attacco idee di gioco differenti. Al Manresa correvamo tantissimo, con pochi giochi, tanta transizione. In genere ci sono più opzioni, il gioco è più selettivo, con ruoli più definiti”.

Bortolani è reduce dalla positiva esperienza in Nazionale: “Bella, lo staff ci ha detto di cercare di divertirci. Con Pozzecco avevo già parlato in passato, un gran personaggio, capace di scherzare, ti fa restare sereno. Ti è vicino”.

In cosa si sente migliorato Giordano? “Un po' fisicamente. E sto provando a concentrarmi in difesa. Anche domenica nella mia testa pensavo a non creare danni in difesa. Basta non farsi battere individualmente, seguire le regole”.

Infine Bortolani si racconta per com’è fuori dal campo: “Un ragazzo semplice, esco con la ragazza e gli amici, cerco situazioni tranquille. La discoteca non mi fa impazzire, non mi piace stare in casa a fare niente. Ascolto musica, rap, hiphop italiano soprattutto: Marracash e i Club Dogo i preferiti. D'estate c'è il campetto. Non amo i social, uno sta un'ora davanti al cellullare, ma la vita non è lì. Io posso non guardarlo per una settimana intera. Sono un po' strano”.

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