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I 50 anni della LBA: i mitici anni '80 nel racconto di Riva, Brunamonti, Premier e Costa

I 50 anni della LBA: i mitici anni '80 nel racconto di Riva, Brunamonti, Premier e Costa

Prosegue questa settimana sulla piattaforma LBATV (disponibile da oggi) il racconto dei 50 anni della LBA attraverso le parole dei protagonisti, Siamo arrivato al decennio tra il 1980 e il 1990, quello che ha consacrato definitivamente il boom del nostro basket sia a livello di club che di nazionale oltre che della espansione della Lega prima con la presidenza di Luciano Acciari poi con quella di Gianni De Michelis. A raccontarla sono Antonello Riva, protagonista con la maglia di Cantù con uno scudetto e due coppe dei Campioni prima di lasciarla alla fine del decennio per un clamoroso trasferimento a Milano; poi Roberto Premier, uomo chiave del decennio d’oro dell’Olimpia Milano con cinque scudetti e 8 finali consecutive oltre a due coppe dei Campioni, Roberto Brunamonti l’uomo che insieme a Renato Villalta e Marco Bonamico ha conquistato lo scudetto della stella nel 1984 alla Virtus Bologna; e Ario Costa, la torre che in coppia con Walter Magnifico e le stelle americane Daye e Cook ha regalato alla Scavolini Pesaro il primo scudetto della storia bissandolo poi nel 1990.
Nel racconto dei protagonisti la storia e i retroscena di quegli anni indimenticabili passati alla storia anche per la finale delle metropoli del 1983 tra Roma e Milano che portò il BancoRoma allo scudetto (nela foto un duello tra Wright e D'Amtoni). Antonello Riva racconta le difficoltà delle big ad affacciarsi nei playoff direttamente ai quarti di finale (a quel tempo le prime classificate della stagione regolare passavano direttamente ai quarti affrontando le vincenti degli ottavi: “Il rischio era grande - ricorda – scendevamo in campo con il timore di rovinare in una partita l’ intera stagione”.
Poi le parole di Roberto Premier, dal racconto del primo scudetto nel 1982 sino all’ultimo vinto, nella bolgia di Livorno, ad attendere nello spogliatoio il verdetto portato in gran segreto dal gm Tony Cappellari dopo il contestato canestro di Forti: “Un decennio – racconta orgoglioso Premier -. in cui i protagonisti erano gli italiani: eravamo noi a prendersi la responsabilità dei tiri pesanti, al fianco degli americani ma alla pari, senza differenze.”


Poi Roberto Brunamonti e il suo arrivo dalla piccola Rieti ala grande Virtus Bologna: “Una società modello, perfettamente guidata dall’avvocato Porelli, capace sempre di ricostruire la squadra e un ciclo appena si rendeva conto che era necessario. Lo scudetto della stella fu anche il risultato di questa programmazione che trovò poi conferma sul campo nella finale con Milano: dove fu decisiva la prima gara in cui espugnammo il palazzone di San Siro attaccando benissimo la famosa zona 1-3-1 dell’Olimpia”.


Infine Ario Costa racconta il primo scudetto pesarese, culmine di una programmazione iniziata già agli inizi deli anni 80, e che ricevette una ulteriore spinta dalla proprietà di Walter Scavolini che avrebbe portato Pesaro tra le grandi. “Un'era in cui abbiamo forse raccolto meno di quanto ci meritassimo – ricorda Costa –ma comunque indimenticabile”. Dalla sostituzione di Asa Petrovic, al viaggio segreto di Bianchini negli Stati Unitii per ingaggiare Darren Daye sino alle battaglie di nervi di Mike D’Antoni, nelle parole di Costa i retroscena delle sfide con Milano che hanno segnato un’epoca.

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