È difficile oggi trovare dei lunghi “vecchia scuola” con grandi fondamentali in post basso e una mano educata nel trattare il pallone. Amedeo Tessitori, da questo punto di vista, è l’eccezione che conferma la regola.
Nato nel 1994 a Pisa ma cresciuto cestisticamente nella Virtus Siena, il “Tex” ci mette poco a guadagnarsi spazio nelle rotazioni dei rossoblu, con cui vince, venendo nominato MVP, la Coppa Italia dilettanti 2010-11. Dopo questi primi successi, si aprono per Amedeo le porte della Serie A ma, come hanno dimostrato le esperienze a Sassari, Caserta e Cantù, non è ancora pronto per esibirsi da protagonista su questo palcoscenico. Di conseguenza, nell’estate 2016, arriva l’accordo con Biella per giocare in A2: qui Tessitori migliora costantemente e, nel secondo anno del biennio piemontese, mette insieme anche delle cifre di tutto rispetto: in 25 minuti di media, firma 14.6 punti, 6.8 rimbalzi e 1 stoppata di media. Biella però non riesce a fare il grande salto per tornare in Serie A e così Tex decide di riprovarci cambiando città, spostandosi a Treviso. L’annata ’18-’19 è magica per lui e la De’ Longhi: non solo quest’ultima ritorna nella “sua” massima serie, ma Amedeo fa talmente tanti progressi da meritarsi la convocazione con la Nazionale ai Mondiali in Cina dello scorso settembre.
In questa stagione, il numero 0 ha dimostrato di meritarsi la massima serie: sebbene in alcune partite non abbia gestito al meglio la propria grinta, creandosi problemi nella gestione dei falli personali, Tessitori resta uno dei pochi lunghi del campionato con una tecnica sopraffina, soprattutto in attacco.
La sua prestazione migliore, arrivata proprio poco prima della sosta, lo ha visto dominare contro Henry Sims e la Fortitudo Bologna. I 18 punti (frutto di un ottimo 9/11 da dentro l’arco) e la tenacia del Tex sono stati il motivo principale di una vittoria rilevante, in ottica salvezza, per Treviso.
Nonostante l’interruzione causa coronavirus, non ci sono dubbi sul fatto che Amedeo Tessitori continuerà a crescere, a lavorare e, soprattutto, a lottare su ogni pallone.
Testo a cura di Matteo Puzzuoli di Overtimebasket.com