Doveva essere il cambio di Moore ma è bastata una sola partita per far cambiare idea a Piero Bucchi. Amar Alibegovic si è preso il posto da titolare già nella sfida contro Brindisi e l'ha mantenuto a suon di prestazioni che hanno infiammato il Palazzo dello Sport di Roma.
Classe 1995, il bosniaco (con passaporto italiano) si è dimostrato essere una dei più brillanti giovani della Serie A 2019/2020. Alto 206 cm, Alibegovic è un’ala grande che si accoppia alla perfezione con il centro Davon Jefferson: tiratore affidabile da oltre l’arco (quasi il 38% sinora), sa mettere la palla per terra con aggressività e, nella propria metà campo, tiene molto bene sia i pariruolo che i cambi difensivi.
Prodotto del vivaio della Stella Azzurra, Amar ha frequentato per 4 anni il college a St. John’s. Finita la carriera universitaria negli USA, è tornato nella sua tanto amata Roma nell’estate 2018, diventando un importante tassello nella cavalcata trionfale della scorsa stagione in A2.
A settembre è arrivato il debutto Serie A. Paura di non essere all’altezza? Neanche per sogno. Le medie, 10.5 punti e 7.2 rimbalzi a partita, sono esemplificative ma non danno un’idea chiara di cosa rappresenti Amar per questa squadra. È l’anima, il lottatore, colui che non smette mai di crederci e un tassello imprescindibile per le sorti dei capitolini.
Amar Alibegovic: il gladiatore di cui la piazza della Capitale aveva bisogno per tornare a sognare in grande.
Testo a cura di Matteo Puzzuoli di overtimebasket.com