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Brugnaro: 'Alla Reyer maglie senza scudetto. E Venezia ripartirà'

Brugnaro: 'Alla Reyer maglie senza scudetto. E Venezia ripartirà'

La Reyer è affidata, come tutte le sue aziende, a un trust. Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, proprietario-tifoso, parte dal basket per riflettere sulla ripartenza. Non solo dello sport, ma del Paese.
Dottor Brugnaro, cominciamo da dove tutto s'è interrotto. Febbraio: la Reyer alza la prima, storica, Coppa Italia (nella foto Brugnaro con il coch De Raffaele).
"Siamo gli ultimi ad aver vinto un trofeo, giocheremo con la coccarda della coppa. Certo, quanto ci mancano la pressione, la fatica, gli abbracci e le sorprese che regala lo sport. Siamo entrati da ottavi compiendo un'impresa. Il presidente Casarin e coach De Raffaele hanno veramente fatto un grande lavoro".
Siete l'ultima squadra ad averlo vinto: metterete anche lo scudetto sulle maglie?
"No, ne avevamo titolo quest'anno e purtroppo l'abbiamo portato per qualche mese in meno. Ora non è stato assegnato ed è giusto che non venga esposto, anche per non dimenticare tutto quello che sta succedendo".
La Reyer è radicata nel territorio e impegnata nel sociale. Qual è il lmessaggio che può mandare attraverso lo sport?
"Lo ha già mandato. Venti giorni fa il sindaco ha acquistato 600 mila mascherine chirurgiche in Cina, da consegnare in tutte le case dei veneziani. La Reyer è una delle tante società, sportive e no, che si è impegnata nel distribuirle casa per casa. Da Tonut ai ragazzi del settore giovanile: tutti hanno aderito".
Com'è Venezia oggi?
"Da una parte meravigliosa: abbiamo rivisto i polpi in Canal Grande e i delfini a largo del Lido. Dall'altra desolante perché Venezia è vita. La bellezza artistica, senza l'uomo, non regge. Venezia deve essere vissuta dalle persone. Questa può diventare l'occasione per ripopolarla in modo virtuoso e mi riferisco a residenti e turisti. Nel primo caso penso a un efficientamento delle case nel rispetto del tessuto storico e a richiamare in città i proprietari degli immobili, sollecitando la disponibilità del bene privato. Sul secondo punto auspico più poteri alla città per regolamentare il turismo selvaggio. Venezia è un patrimonio del Paese: vogliamo combattere non solo il coronavirus, ma tutti i virus del passato per ripresentare una città migliore". Tornando al basket. Giusto fermare il campionato?
"La scelta del presidente Petrucci è stata ineccepibile. Ora poniamoci il problema di come ripartire. La Lega Basket ha un nuovo manager che sta lavorando in tal senso. Da tifoso penso che il basket debba rientrare nelle case degli italiani. Serve una grande progetto di comunicazione che racconti chi siamo, il nostro mondo, i palazzetti sempre pieni".
Anche se la prossima stagione potrebbe cominciare senza i tifosi.
"Un peccato per noi e per loro, spero ancora che non sia così. Ci adegueremo, ma il tema è ben più ampio".
Prego...
"Sto facendo una battaglia affinché si riapra tutto. Penso a Venezia e alla filiera produttiva legata al turismo che coinvolge tantissime figure professionali. Il rischio non è di morire di virus, ma di fame. Dobbiamo pensare al futuro, al tessuto delle medie e piccole imprese. Tra l'altro le regioni più colpite dalla pandemia sono quelle che garantiscono la parte preponderante del gettito contributivo pubblico. Serve un atto di coraggio, lo Stato deve avere fiducia nei cittadini. Bisogna convivere col virus e, nel frattempo, rilanciare il Paese".
In questo contesto per il basket reperire sponsor e risorse non sarà semplice. "Serve innanzitutto un sistema di defiscalizzazione che riguardi non solo gli sponsor, ma anche tutte le associazioni sportive. Bisogna venire incontro a chi ha voglia di investire anche solo 200 euro nello sport. Non dobbiamo considerare solo il vertice, ma soprattutto l'attività di base che si occupa dei nostri figli, altrimenti dovrà farlo lo Stato. Il punto è: che valore diamo allo sport in termini sociali e di salute pubblica? Per me vale almeno quanto la cultura perché esso stesso è cultura".
Quasi tutti parlano di ridimensionamento del budget. Anche la Reyer?
"Non è un tema di mia competenza. Il club è gestito da un trust. La Reyer fa parte del gruppo Umana e la linea che ho dato prima di passare la mano è di difenderla e consolidarla".
Resta aperto il capitolo Eurocup.
"Se così sarà, ci faremo trovare pronti. Speriamo inoltre di poter giocare le coppe europee la prossima stagione, visto che alla fine del girone di andata siamo arrivati ottavi".
A staff e giocatori che messaggio manda?
"Un grazie a tutto il club per quello che ci ha regalato quest'anno. La Coppa Italia, la Next Gen dei ragazzi, grandi momenti come la vittoria di Belgrado in Eurocup. Penso anche alla femminile che era ai vertici, ai 5 mila ragazzi del vivaio, alla nostra squadra satellite a Chiusi, prima in C Gold".


Vincenzo Di Schiavi

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