È arrivato da (quasi) perfetto sconosciuto e forse neanche Meo Sacchetti avrebbe immaginato che Ethan Happ potesse avere un impatto del genere in Serie A e, nello specifico, a Cremona. Perché un conto è dominare in un college comunque prestigioso come quello di Wisconsin (di media nell’anno da senior ha fatto registrare 18 punti, 10.3 rimbalzi, 4.6 assist, 1 recupero e 1.2 stoppate risultando il migliore dei Badgers in tutte le 5 principali voci statistiche) e un altro è affrontare il mondo dei professionisti. Che il talento nativo di Rockridge, Illinois fosse speciale lo aveva capito già l’Olympiakos quest’estate, tanto che i greci lo hanno incluso nel roster dopo che nessuna squadra NBA ne ha acquisito i diritti al draft. Con la squadra del Pireo, impegnata quest’anno solo in Eurolega e non nella prima lega ellenica, tuttavia, Happ non trova spazio nella rotazione e così la dirigenza ateniese decide di cederlo in prestito a Cremona.
Con la maglia della Vanoli il suo impatto è stato talmente devastante che gli uomini allenati da Meo Sacchetti con lui in campo hanno vinto 10 delle 15 partite giocate (tra l’altro in due delle cinque sconfitte, a Pistoia e a Brescia, Cremona si è presentata con un roster molto rimaneggiato causa infortuni). Che dire poi della sua tecnica? Happ è bravissimo a catturare i rimbalzi difensivi e a guidare immediatamente la transizione dal palleggio, a giocare possessi in post basso, a “rollare” verso il ferro. Sul tiro (assente quello da oltre l’arco e pessimo quello a cronometro fermo, realizzato nel 56% dei casi su quasi 4 tentativi a partita ma in miglioramento nelle ultime giornate) e sulla protezione dell’area (causa una scarsa fisicità mista a cali di concentrazione) ha ancora molto da lavorare se vuole fare il salto di qualità per diventare un lungo di rotazione da Eurolega.
Ricordiamoci, comunque, che stiamo parlando appena di un 23enne al suo primo anno da professionista.
The future is bright for Ethan Happ
Testo a cura di Matteo Puzzuoli di Overtime basket