Keifer Sykes è stato l'eroe dell'ultima partita della Sidigas Avellino, con il folletto della formazione biancoverde che ha letteralmente abbattuto Milano (condannando i campioni d'Italia dell'Olimpia Milano alla prima sconfitta stagionale in campionato) grazie a una prestazione superlativa stravincendo il confronto diletto contro la stella avversaria Mike James. L'apoteosi della prova del miglior giocatore dell'ultimo turno di campionato è stata la super schiacciata del terzo quarto con Keifer Sykes che nonostante i 180 centimetri d'altezza è letteralmente decollato sopra alla difesa dell'Armani con un gesto atletico da urlo.
Vittoria e una super partita per festeggiare nel migliore dei modi il proprio compleanno, quali le chiavi del vostro successo e soprattutto della sua partita?
«Personalmente parlando, la chiave del mio successo è a livello psicologico. Sono dovuto crescere molto in fretta e questo mi ha portato, nonostante la giovane età, a sentirmi un leader. È questo il motivo per cui sono sempre molto calmo e concentrato sulla vittoria e sugli obiettivi personali e di squadra». Una vittoria che vi ha permesso di fermare Milano e di riagganciare il secondo posto. Avete soprattutto dimostrato che l'Armani si può battere. Per lo scudetto c'è anche Avellino?
«Negli scorsi anni la Scandone ha avuto successo ed ha avuto nei roster alcuni MVP del campionato, quindi adesso la speranza dei tifosi e del club è quello di portale un trofeo alla città».
Com'è cambiata la vostra squadra e come sono cambiate le sue responsabilità dopo che Norris Cole ha lasciato Avellino (l'ex giocatore Nba finito da qualche giorno al Buducnost in Eurolega e prossimo avversario)?
«Da quando Norris è andato via, credo che la squadra abbia voluto dimostrare di poter ancora vincere, nonostante tutte le difficoltà e le pressioni sul nostro coach. Ma tutto questo ci ha unito, ci ha spinto a credere gli uni negli altri e a reagire. Per quanto mi riguarda, adesso parto in quintetto: nelle ultime partite ho dovuto sfoderare più aggressività e vestire i panni di un leader, ma ero già pronto per tutto questo».
Lei è arrivato la scorsa estate in Italia e ha scelto Avellino per proseguire la sua carriera dopo la Turchia, perché questa scelta e come si sta trovando in Italia?
«Sono venuto in Italia mosso dal desiderio di giocare in uno dei migliori campionati d'Europa: in Turchia giocavo nella seconda lega nazionale, quindi volevo dimostrare di potercela fare anche a livelli più alti. Mi sto trovando bene perché ho degli ottimi compagni di squadra, che hanno giocato e vinto tanto nelle migliori leghe europee: da loro e dai coach imparo tanto ogni gior- no e ora sono pronto a raccogliere i frutti del duro lavoro intrapreso a partile da quest'estate, quando sono arrivato ad Avellino».
A Natale e a capodanno era in palestra ad allenarsi, è sceso sul parquet il giorno di Santo Stefano e sabato la attende la partita contro Brindisi, per lei dunque un periodo di festività lontano dalla sua Chicago (il giocatore nelle scorse settimane è stato anche protagonista al Torino Film Festival, dove è stato proiettato un documentario sulla sua infanzia tra le difficoltà del vivere nel ghetto della città che fu di Michael Jordan e che è riuscito ad uscirne grazie allo sport). È una cosa che le ha pesato e com'è stato il suo primo Natale italiano?
«Stare lontano dalla mia famiglia è certamente un peso. È stato difficile trascorrere il Natale su Face- Time per poter parlare con i miei figli e con la mia famiglia menne loro erano intenti nei festeggiamenti, aprivano i regali e cenavano, ma so che i miei sacrifici servono a far vivere meglio tutti loro. Il mio Natale è stato bello: ho cenato con il nostro nuovo compagno di squadra, Patrick Young. Essendo l'ultimo arrivato ha bisogno di qualcuno con cui trascorrere il tempo, così siamo stari insieme prima di partire per la trasferta di Torino con la squadra».
Sabato intanto arriva la sfida contro Brindisi per confermare il vostro buon momento.
«La partita contro Brindisi sarà molto importante. Loro sono una squadra forte e affamata. Li abbiamo affrontati due volte durante la preseason ed abbiamo perso entrambe le volte, quindi quello di sabato sarà un test importante, che ci darà più benzina per andare avanti nella stagione».
Poi la settimana prossima ripartirà anche la Champions League.
«L'obiettivo principale per quanto riguarda la Champions è quello di arrivare ai playoff, finendo quindi tra le prime quattro del girone. Dopo, sarà quello di arrivare, passo dopo passo, alle Final Four».
E il prossimo passo della sua carriera? Pensa ancora alla Nba?
«L'NBA è il mio obiettivo, ma adesso sono concentrato soltanto sull'essere un giocatore migliore, lavorando duro ogni giorno. Facendo questo e vincendo in Europa, potrò poi migliorare ulteriormente la mia carriera, qui o negli USA, a seconda delle migliori opportunità che si prospetteranno».
Roberto Nardella