ROSETO— Forse ci saranno altre prove, di certo ci saranno anche sconfitte sul cammino di Roseto, ma una cosa è ormai acquisita: contro la Montpaschi Siena, l’Euro ha dimostrato di essere una grande squadra nella testa. Non c’è altra spiegazione per una squadra che va sotto per due volte di 13, e poi di 16 contro una delle favorite per lo scudetto, e trova la forza di rialzarsi e vincere. O comunque giocarsi la vittoria fino all’ultimo secondo. Sarebbe stata una grandissima Euro anche se Stefanov avesse centrato la tripla della vittoria a fil di sirena. ma non c’è dubbio che rimettere in piedi e vincere una partita così, dia una convinzione ed un entusiasmo straordinari. Ed aiuta anche a non sentire la stanchezza, che certo ci sarà domenica a Biella, a poche ore da una battaglia senza esclusione di colpi.
Niente da dire: complimenti ad Amadio (e Bianchini) che hanno costruito questa squadra con oculatezza, e a Phil Melillo, che ha messo in piedi un meccanismo quasi perfetto, in grado di sopperire anche ad una delle rare serata grigie di Milic, ma che ha avuto canestri importantissimi da Monroe, momenti di straordinaria trancre agonistica da Diego Fajardo ed un Ben Davis che oltre a ritrovare una mano torrida dalla sua mattonella d’angolo preferita , ha difeso con grande applicazione su Chiacig nella ripresa. E poi, naturalmente, il solito Rannikko, capace di superare qualche attimo di impasse nella prima parte della gara per poi stroncare alla distanza la resistenza di un campione vero come Vrbica Stefanov. Insomma, quando giochi male per 25 minuti e riesci comunque a battere uno squadrone come Siena, vuol dire che oltre ad avere mezzi, hai raggiunto una maturità invidiabile e lassù, tra le regine del basket italiano, puoi anche restarci a lungo.
Intanto la qualificazione alla Fina Eight di Coppa è in archivio ed è un primo traguardo importante. Ora, in 10 giorni, l’Euro è attesa da un tour de force impegnativo. Due trasferte in campionato (Biella e Milano) e due gare decisive in Coppa Uleb, in Slovenia e in casa contro l’Opel Skyliners Francoforte. Quattro gare da affrontare con fiducia, consapevoli che dopo il clamoroso ribaltone contro Siena, niente più sarà come prima. Soprattutto nella considerazione da parte degli avversari.
Pierpaolo Marchetti
Niente da dire: complimenti ad Amadio (e Bianchini) che hanno costruito questa squadra con oculatezza, e a Phil Melillo, che ha messo in piedi un meccanismo quasi perfetto, in grado di sopperire anche ad una delle rare serata grigie di Milic, ma che ha avuto canestri importantissimi da Monroe, momenti di straordinaria trancre agonistica da Diego Fajardo ed un Ben Davis che oltre a ritrovare una mano torrida dalla sua mattonella d’angolo preferita , ha difeso con grande applicazione su Chiacig nella ripresa. E poi, naturalmente, il solito Rannikko, capace di superare qualche attimo di impasse nella prima parte della gara per poi stroncare alla distanza la resistenza di un campione vero come Vrbica Stefanov. Insomma, quando giochi male per 25 minuti e riesci comunque a battere uno squadrone come Siena, vuol dire che oltre ad avere mezzi, hai raggiunto una maturità invidiabile e lassù, tra le regine del basket italiano, puoi anche restarci a lungo.
Intanto la qualificazione alla Fina Eight di Coppa è in archivio ed è un primo traguardo importante. Ora, in 10 giorni, l’Euro è attesa da un tour de force impegnativo. Due trasferte in campionato (Biella e Milano) e due gare decisive in Coppa Uleb, in Slovenia e in casa contro l’Opel Skyliners Francoforte. Quattro gare da affrontare con fiducia, consapevoli che dopo il clamoroso ribaltone contro Siena, niente più sarà come prima. Soprattutto nella considerazione da parte degli avversari.
Pierpaolo Marchetti
Fonte: Il Messaggero