SIENA — Dalle stelle alle stalle. Dalla grande prestazione di Milano agli ultimi 4 inconcepibili minuti del terzo quarto contro Roseto.
La Montepaschi è questa, c'è poco da dire. E' una squadra in grado di fare faville e di complicarsi la vita da sola smettendo di giocare soltanto perchè il tabellone indica un tranquillizzante +16. E poi, anche quando le cose sembrano essere tornate sui giusti binari, la pressione per le troppe partite perse negli ultimi istanti fa il resto portandi dritti dritti al patatrac. Prima con la Viola Reggio Calabria, poi a Napoli, infine a Roseto.
Nei finali punto a punto in trasferta (e non ci dimentichiamo di Cantù quando lo scarto era sulle cinque lunghezze) la Mens Sana perde la propria identità di grande squadra e proprio nel momento in cui le prodezze individuali estrapolate da un contesto di gioco di squadra dovrebbero fare la differenza ecco che le stelle diventano giocatori normali ed i giocatori normali restano giocatori normali. Insomma, il canestro decisivo, almeno per il momento, non l'ha mai segnato nessuno. E così la Montepaschi si ritrova lontano dal primo obiettivo dichiarato da Ataman (il secondo posto al termine del girone di andata) e corre il rischio di sprofondare addirittura al settimo posto in caso di sconfitta contro la Virtus. Che poi, in fin dei conti, un risultato simile poco importerebbe in chiave Final Eight visto che per vincere la Coppa comunque vanno battute tutte le più forti, ma evidenzierebbe una situazione già difficile in Euroleague che adesso si è adeguata, in negativo, anche in campionato.
La squadra, obiettivamente, non gira al meglio. Ma la cosa che fa maggiormente preoccupare è la sensazione che alcuni elementi del gruppo stiano iniziando a pensare che sia troppo trardi per risolvere la situazione. Se davvero così fosse sarebbero guai seri.
Federico Cappelli
La Montepaschi è questa, c'è poco da dire. E' una squadra in grado di fare faville e di complicarsi la vita da sola smettendo di giocare soltanto perchè il tabellone indica un tranquillizzante +16. E poi, anche quando le cose sembrano essere tornate sui giusti binari, la pressione per le troppe partite perse negli ultimi istanti fa il resto portandi dritti dritti al patatrac. Prima con la Viola Reggio Calabria, poi a Napoli, infine a Roseto.
Nei finali punto a punto in trasferta (e non ci dimentichiamo di Cantù quando lo scarto era sulle cinque lunghezze) la Mens Sana perde la propria identità di grande squadra e proprio nel momento in cui le prodezze individuali estrapolate da un contesto di gioco di squadra dovrebbero fare la differenza ecco che le stelle diventano giocatori normali ed i giocatori normali restano giocatori normali. Insomma, il canestro decisivo, almeno per il momento, non l'ha mai segnato nessuno. E così la Montepaschi si ritrova lontano dal primo obiettivo dichiarato da Ataman (il secondo posto al termine del girone di andata) e corre il rischio di sprofondare addirittura al settimo posto in caso di sconfitta contro la Virtus. Che poi, in fin dei conti, un risultato simile poco importerebbe in chiave Final Eight visto che per vincere la Coppa comunque vanno battute tutte le più forti, ma evidenzierebbe una situazione già difficile in Euroleague che adesso si è adeguata, in negativo, anche in campionato.
La squadra, obiettivamente, non gira al meglio. Ma la cosa che fa maggiormente preoccupare è la sensazione che alcuni elementi del gruppo stiano iniziando a pensare che sia troppo trardi per risolvere la situazione. Se davvero così fosse sarebbero guai seri.
Federico Cappelli
Fonte: La Nazione
