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Roma, troppo dura senza Myers

La squadra di Bucchi fallisce l’attacco al secondo posto

L’attacco al secondo posto di Roma non è finito certo in gloria al Pianella ma senza Myers e senza Tonolli la Virtus ha pagato fin troppo. Una sconfitta che, al di là del punteggio (88-71) deve essere letta nel modo giusto. La squadra di Piero Bucchi ha chiuso la sua partita con Morabito e Cipolat in quintetto, ossia un giovane e un veterano chiamato per dare una buona mano in allenamento. E questo è già molto indicativo. Uno stop contro l’Oregon che non deve essere giudicato troppo in negativo: questa Virtus, che già da oggi avrà a disposizione Anthony Parker, con il rientro di Myers e con Tonolli sarà davvero un’antagonista pericolosa per la Benetton. Anche se non si deve sottovalutare la potenzialità di questa Oregon, team nato per stupire, con tanti americani che si divertono davvero a giocare insieme. Se poi aggiungiamo che nel tiro da 3 punti Cantù ha fatto il tiro a segno: 12 su 28. E’ venuto tutto bene, una serata fantastica al tiro mentre la Virtus ha dovuto alzare bandiera bianca quando, al 28’, ha perso per i falli prima Jenkins e un attimo dopo Bonora. In quel momento è sceso il sipario, inutile sperare anche se in campo Tusek e Zanelli con Santiago hanno continuato a lottare.
Nata per stupire, Cantù ha aggredito subito la Virtus, non le ha lasciato l’ossigeno in nessun angolo del campo, l’ha presa alla gola e poco importava se per difendersi Roma cambiava la sua difesa passando dalla uomo alla zona. Puntuale, ecco Hines colpire da lontano. E’ stato un autentico flagello, Sanuel, trentaduenne statunitense con il fuoco dentro, uno che con la palla tra le mani sa perfettamente cosa fare. Fermarlo? Un’impresa cui hanno tentato, troppo spesso invano, Righetti ma anche gli altri. Nel primo tempo Hinse è stato perfetto: 27 punti con 5 su 5 da 2 e 5 su 6 da tre. Una macchina.
Bucchi non ha speso nel primo quintetto Bonora. Paura dei falli e, quindi, il timore di doverse privare troppo presto. Dieci minuti, i primi, giocati quasi alla pari dalle due contendenti, poi una tremenda pausa di Roma, scomparsa dal parquet. Dal -5 (30-25) un capitombolo inspiegabile, nessua reazione e un break da brividi che ha portato Roma sotto di 17 lunghezze. Non è piaciuto Jenkins nella sera in cui avrebbe dovuto dare man forte all’attacco anche se è stato lui ad armare la mano di Tusek nel terzo quarto consentendo la grande rimonta e poi con una tripla ha rimesso tutto in gioco. E’ accaduto al 28’ e Roma ha sfiorato Cantù, 54-53 e la possibilità, subito dopo, del sorpasso. L’ha avuta, la palla del +1, Jenkins che ha sbagliato l’entrata e sulla successiva rincorsa al suo avversario McCullough ha commesso un fallo. Fine della partita. Cantù ha trovato subito dopo un buon vantaggio e anche Jones che ha sfoderato la sua mira dalla lunga distanza, 4 centri su 6 tentativi mentre Righetti ha cercato, invano, di portare punti così come Tusek.
«Quando sono usciti Bonora e Jenkins la partita ha cambiato volto - ha spiegato Bucchi - e poi oggi eravamo corti. Ecco perché abbiamo dovuto fare la zona, ho dovuto ricorrevi presto e abbiamo trovato la forza di tornare in partita. Ma così si fa fatica. Dispiace perché il fallo di Jenkins è stato veniale e lo ha pagato a caro prezzo. Questi ragazzzi hanno carattere e lo dimostreranno». Dicevamo di Parker. Il nuovo statunitense della Virtus oggi viene tesserato e verrà utilizzato domenica al Palazzetto contro Avellino.

Carlo Santi
Fonte: Il Messaggero
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